La vita di Norma Jeane Mortenson, in arte Marilyn Monroe, si è chiusa tristemente in una giornata d’agosto di sessant’anni fa. Tutto finì in un suicidio oppure in uno sconsiderato abuso di farmaci, anche se non manca chi parla di omicidio per un’attrice che aveva abitudini pericolose, come dividere il letto con l’allora presidente degli Stati Uniti John Kennedy.

In quel giorno d’agosto del 1962 non morì il mito di Marilyn, un mito che l’aveva accompagnata nella sua carriera di attrice e di assoluta protagonista dello star system degli anni Cinquanta. La Monroe era oramai parte del patrimonio culturale del Novecento, come testimoniò pochi anni dopo Andy Warhol riproducendone le sembianze note a tutti in una serie di opere divenute un caposaldo dell’arte del XX secolo.

Oltre il mito, però, c’era la donna Marilyn, anzi c’era Norma Jeane: ambiziosa, fragile, insicura, ricca di un talento recitativo ed espressivo troppo spesso oscurato dalle fattezze indimenticabili di un corpo che pareva essere stato creato per far sognare gli uomini e per regalare un sogno di emulazione alle donne. È appunto la Monroe meno nota e meno pubblica che ritroviamo in “Dea” (La nave di Teseo, 2022, pp. 640, anche e-book), biografia che Anthony Summers ha scritto intervistando nel corso di decenni più di seicento persone tra conoscenti, amici e amanti della grande attrice. Summers, inoltre, ha potuto attingere informazioni da rapporti segreti della polizia e da registrazioni telefoniche secretate fino a poco tempo fa. Infine, ha potuto utilizzare la corrispondenza privata tra Marilyn e il suo psichiatra e documenti inediti che rivelano i complotti della mafia tesi a usare l'attrice contro i Kennedy.

Su Marilyn Monroe si sono dette molte bugie e sono nate molte leggende, qualche volta anche con il contributo della stessa attrice, che aveva costruito la sua immagine pubblica e privata mescolando fatti veri e fantasie autogratificanti. Anthony Summers fa piazza pulita di tutte le voci e i pettegolezzi e ci consegna la biografia definitiva dell'ultima grande diva dello schermo, con sorprendenti rivelazioni sui suoi matrimoni e sulle relazioni con uomini famosi, tra cui il presidente John Kennedy e suo fratello Robert.

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

Una lettura coinvolgente e a tratti sorprendente quella che ci regala il giornalista inglese, in cui emerge la vicenda di una donna la cui vita fu breve e incredibilmente intensa e, se la parabola pubblica fu scintillante e indimenticabile, quella privata fu molto più oscura e dolorosa. Soprattutto Marilyn emerge come una diva a 360 gradi, una dea che racchiudeva vizi e virtù delle divinità della mitologia antica. Era capace, infatti, di muoversi verso l’Empireo quando era in stato di grazia e faceva sognare un’intera generazione e di sprofondare negli abissi più profondi dell’alcol, degli psicofarmaci e dell’instabilità mentale.

Rivedere solo i suoi film e soffermarsi unicamente sulle sue immagini pubbliche è come guardare la Luna e non rendersi conto che esiste un lato nascosto che non vediamo mai.

Summers ci svela il volto oscuro di un fenomeno di massa. Resuscita Marilyn e ce la mostra come realmente fu: vitale, contradditoria, seducente, patetica e, infine, tragica. Immortale, come si addice a una dea.

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