Ieri nel cimitero di La Soledad, a Huelva, è stato celebrato per la 75esima volta l'omaggio alla tomba dell'ufficiale britannico William Martin, un uomo che non è mai esistito.

Per capire chi sia l'ufficiale mai esistito e cosa abbia a che fare con la Sardegna dobbiamo fare un passo indietro di 75 anni e infilarci in una delle spy story più affascinanti della Seconda guerra mondiale.

Siamo al 30 aprile 1943, sono le 9.30 del mattino, un cadavere galleggia davanti alla spiaggia di La Bota, a Huelva appunto. Un giovane pescatore, Jose Antonio Rey Maria, è il primo a saltare in acqua e raccogliere il cadavere per portarlo prima in barca, poi a riva.

Il corpo esanime indossa la divisa da maggiore dei Royal Marines, e addosso ha alcuni documenti riservati. Si tratta di due lettere dei vertici delle armate di Sua Maestà indirizzate al comandante Harold Alexander e all'ammiraglio Louis Mountbatten: vengono esaminate dai servizi segreti spagnoli e inviate ai tedeschi, che le giudicano autentiche. Contengono informazioni top secret: l'attacco degli Alleati nel Mediterraneo arriverà in Grecia e in Sardegna.

OPERAZIONE MINCE MEAT - E invece oggi sappiamo bene che gli Alleati sono sbarcati in Sicilia. Quello dei britannici - operazione Mince Meat (carne tritata) - è un bizzarro, ardito ma ben riuscito piano per depistare la Germania nazista e sfruttare il fattore sorpresa per l'operazione Husky (nome in codice dello sbarco in Sicilia). Che proprio in seguito al ritrovamento del corpo del generale mai esistito hanno dislocato buona parte delle truppe in Grecia e Sardegna, lasciando in Sicilia un contingente troppo misero per opporre resistenza.

Sono stati un ufficiale dei servizi segreti britannici e il ministero dell'Aeronautica a elaborare il diabolico piano. Il cadavere, che doveva sembrare vittima di un incidente aereo, è arrivato nella zona (scelta come punto strategico perché soggetta a forti influenze tedesche) inserito in un congelatore spacciato per una sonda meteorologica trainata da un sottomarino.

Tutto è stato studiato nei minimi dettagli. Il grado degli ufficiali che avevano inviato le missive, il fatto che fossero scritte in codice, il nome inventato dell'ufficiale (ancora non è chiaro a chi appartenesse il corpo, secondo alcuni storici a un giovane gallese che si era suicidato avvelenandosi con un topicida).

E ancora: vari effetti personali falsificati ad arte per rendere credibile la storia, dalla lettera della falsa fidanzata a quella del papà, passando per un sollecito della Lloyds Bank. Tutto studiato per dare l'impressione che William Martin esistesse davvero, con la sua vita, i suoi affetti e i suoi debiti.

Un depistaggio che ha certamente indirizzato le sorti della Seconda guerra mondiale, ma che resta ancora in parte avvolto nel mistero. Neanche il tempo - ben 75 anni - è riuscito a chiarire le incognite, che il governo britannico continua a custodire gelosamente.

Il cadavere "pescato" il 30 aprile 1943 da Jose Antonio Rey Maria è ancora in quella tomba? Di chi è? E se non è lì, a chi è rivolto l'omaggio reso puntualmente, da 75 anni, a quella bara nel cimitero di La Soledad?

Ma forse conta poco. Perché in alcuni casi, e questo è uno di quelli, la storia conta di più dei protagonisti.

(Unioneonline/L)
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