Forme stilizzate e astratte e simboli del maschile e del femminile, ai confini tra sacro e profano.

Sono le stele provenienti da 12 Paesi europei e sette regioni d'Italia, e le affascinanti e misteriose statue-Menhir della Sardegna da ammirare lungo il percorso di "Dialoghi con Uomini di Pietra", mostra in programmo fino alla fine del 2020 a Matera e che traccia un ideale ponte con l'Isola.

Ad ospitare la rassegna il suggestivo santuario rupestre della Madonna delle Vergini.

Una quarantina i pezzi in esposizione, misteriose effigi di dei ed eroi, sacerdoti e sovrani rinvenute tra la Bretagna e la Romania, il Portogallo e la Crimea passando per la Germania e l'Italia.

Un repertorio iconografico variegato che testimonia di una sapienza tecnica ma anche di un'estetica arcaica.

La Sardegna assume un particolare rilievo con una significativa serie di sculture, una decina, grazie alla sinergia tra la "città dei Sassi" e la Rete sarda dei musei di cui è capofila il comune di Allai (Oristano) guidato da Antonio Pili e dei Luoghi delle Statue-Menhir.

"Madri e padri di pietra, imperturbabili custodi del tempo - sottolinea l'archeologo Giorgio Murru, coordinatore scientifico del progetto - risalenti a 5mila anni fa, tra l'età del rame e agli albori dell'età del bronzo, a conferma del ruolo epicentrico della Sardegna nel Mediterraneo".

L'inaugurazione di "Dialoghi con Uomini di Pietra" è prevista entro l'autunno, in data ancora da definire subordinata al lasciapassare del vincolo paesaggistico da parte della Regione Basilicata.

La mostra è stata presentata in anteprima proprio in Sardegna, ad Allai, alla presenza dell'assessore alla Cultura di Matera, Nicola Trombetta, dell'assessore agli Enti locali della Regione Sardegna, Quirico Sanna, e dei sindaci della Rete.

(Unioneonline/v.l.)
© Riproduzione riservata