Si intitola "Isole in Guerra: Un Approfondimento sulle Dinamiche Militari nel Mediterraneo" ed è a oggi il documento di maggiore approfondimento sulle dinamiche militari che interessano il centro del Mediterraneo e, in particolare, le tre regioni interessate dalla presenza delle basi NATO: Sardegna, Corsica e Sicilia. Il dossier pubblicato da Catartica sarà presentato domenica a Sassari nel padiglione Tavolara con inizio alle 18 e lunedì ad Alghero all'Obra Cultural de l'Alguer, sempre con inizio alle 18.

Il libro-dossier è stato realizzato da attivisti di tre movimenti impegnati contro le servitù militari e le politiche di guerra: A FORAS (L’assemblea sarda contro l’occupazione militare), Trinacria (movimento indipendentista siciliano) e Core in Fronte (movimento politico rappresentato nell’Assemblea Corsa).

Nota è la presenza nel Nord della Sardegna della base di Poglina, in cui recentemente sono state interdette la navigazione e vietati i bagni e le immersioni, con un danno di notevole entità arrecato anche alla filiera turistica. È proprio sulla sottrazione di ampie parti di territorio alla pesca, all’attività agro-pastorale, al turismo, ma anche alla normale fruibilità del territorio che si concentra il volume in questione. Gli autori sottolineano come non sia dato sapere che genere di attività si svolgano all’interno dei poligoni in cui si esercitano gli eserciti della NATO e quali effetti si percuotano sull’ambiente. Basti ricordare le varie inchieste condotte a Quirra sul possibile impiego di uranio impoverito e sui gravissimi danni ambientali procurati dalle esercitazioni.

Nei poligoni sono state ospitate le forze militari israeliane con impiego delle stesse armi oggi causa della morte di oltre trentamila palestinesi, e che ci rende evidentemente corresponsabili di sofferenza e morte. È contro una logica di sviluppo incentrata sull’economia di guerra e per prospettare un futuro di pace e di cooperazione internazionale di queste isole poste al centro del Mediterraneo che si orienta il ragionamento dei tre movimenti firmatari di un accordo incentrato sul contrasto di tali politiche militari nell’area.

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