"Volevo controllare la capienza della capsula perché interessato al programma di ibernazione". Con queste parole si è giustificato un avventato visitatore che, nella tarda mattinata del 2 gennaio, è rimasto incastrato nel Dewar KA-2, la capsula russa per la crioconservazione esposta alla mostra "Real Bodies" di Milano.

"Erano da poco passate le 11 quando una guida della mostra ha udito richieste d'aiuto provenire dalla sezione dell'Immortalità - racconta lo staff di Venice Exhibition, società che produce "Real Bodies" -, si trattava di una signora che chiedeva urgentemente l'intervento del personale perché il marito era rimasto intrappolato nella capsula di crioconservazione".

L'uomo, un torinese di 55 anni, si era sporto all'interno della macchina con la testa e parte del busto scivolando dentro accidentalmente fino alle ginocchia. I due responsabili di sala intervenuti hanno tentato in tutti i modi di dare istruzioni all'uomo per liberarsi. Minuti quasi interminabili, e sfociati in una vera e propria crisi di panico del visitatore.

"Così - prosegue il personale della mostra - abbiamo capito che non ci sarebbe stato il tempo di chiamare i soccorsi, e nonostante la sua stazza che ci impediva di capire come aiutarlo, abbiamo deciso di afferrarlo per le gambe e di tirare facendo leva tutti assieme sull'imbocco di metallo della capsula. Siamo stati a un passo dal chiamare i vigili del fuoco, senza contare che, durante le manovre di liberazione, temevamo di ferirlo per via del suo peso oltre la norma".

Al terzo tentativo, il visitatore è stato liberato dal dewar, struttura poi transennata perché non si verifichino ulteriori e simili episodi.

Calmatosi dopo la brutta esperienza, il piemontese ha raccontato di aver voluto controllare personalmente la capienza della capsula perché interessato ad aderire a un programma di crioconservazione.

La capsula, esposta in anteprima europea alla mostra milanese, è un dispositivo lungo oltre 4 metri che permette l'ibernazione controllata fino a -196° ed è stata progettata nel 2006 per essere la "dimora eterna" della moglie, malata terminale di cancro, di un miliardario russo che aveva aderito al programma di crioconservazione per poter tenere vicino a sè la compagna dopo la sua morte.

Durante la costruzione del KA-2 nei laboratori di Mosca, la donna per cui era stata commissionata la capsula è morta appena in tempo per la crioconservazione della sua salma. Il corpo della donna è rimasto crioconservato nel Dewar KA-2 per circa due anni, per poi essere trasferito in un dewar più moderno dove si trova tuttora. Da allora, KA-2 non è stato più utilizzato e per la prima volta ha lasciato la Russia per essere mostrato al mondo.

Dall'inizio della mostra, il 6 ottobre, sono arrivate ai laboratori di Mosca sette richieste di ibernazione e decine di richieste di informazioni sulla controversa metodologia di conservazione post-mortem.

(Unioneonline/v.l.)
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