"Non ho dimenticato nulla". Parole di Egea Haffner, la "bimba con la valigia", oggi 80enne, raffigurata in una delle foto più celebri scattate durante la fuga degli italiani da Istria e Dalmazia, alla fine della Seconda guerra mondiale, a causa delle persecuzioni del regime di Tito. Una fuga che per Egea terminò in Sardegna.

E' stata proprio lei a tornare con la memoria a quei tragici giorni, nel corso di una commemorazione in collegamento con il consiglio regionale del Friuli Venezia-Giulia.

Era l'estate del 1946. Egea, che non aveva ancora cinque anni, stava per lasciare per sempre la sua città, Pola, per un lungo viaggio che l'avrebbe portata nell'Isola. In mano solo un ombrellino e una valigia con la scritta "Esule giuliana 30.001". Un'immagine presto diventata un simbolo.

"Mio nonno era morto di crepacuore - ha raccontato la Haffner - papà Kurt era stato prelevato a casa nel 1945 e di lui non si era saputo più nulla. Tra lutti e tragedie, mamma Ersilia era stata costretta a raggiungere la sorella Angiolina in Sardegna".

Haffner ha anche parlato della foto che la ritrae bambina, scattata da Giacomo Szentiványi: "Uno scatto suggestivo, anche se frutto di una messinscena organizzata dallo zio Alfonso, dal grande valore simbolico in quanto testimonia la grande tragedia".

La foto - è stato ricordato oggi - è stata scelta per le locandine di alcune esposizioni tematiche e per la copertina di varie pubblicazioni. "Non posso scordarmi di quei giorni - conclude Egea, che oggi vive a Rovereto - e, quando è possibile, porto la mia testimonianza nelle scuole, affinché sia di aiuto alle nuove generazioni per comprendere e tenere viva la memoria".

(Unioneonline/l.f.)
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