"Imbàtidu": tutti i colori dell'Isola nell'album da solista di Daniele Gala
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Affondare nelle radici per guardare al futuro. E’ un viaggio a ritroso quello del musicista Daniele Gala, che ha presentato il suo ultimo lavoro discografico nel giardino dell’Archivio Mario Cervo, in una serata di grande successo ed emozioni. “Imbàtidu”, 9 tracce ( alcune solo strumentali), è la strada che l’artista sardo ha deciso di percorrere verso le sue origini, il logudorese lingua madre, quella dei ricordi più belli legati alla famiglia. Una naturale evoluzione verso l’appartenenza, come spiega lui stesso; libertà e benessere emotivo che si avvertono anche nelle composizioni che respirano e si aprono verso latitudini lontane. Il vento che lo attraversa soffia su sonorità ampie, intense e piene che sanno di Mediterraneo e d’Africa, di buon cantautorato. Vent’anni di musica, prima con il progetto acustico Temporada, poi con il gruppo Estemporanea, diversi incroci artistici, dai Tazenda a Beppe Dettori, Daniele Gala, cantante chitarrista, compositore e polistrumentista, con il brano “Carrera”, dedicata a Francesco (Frantziscu) Pilu, inaugura il suo percorso solistico, un viaggio che da subito si arricchisce di molteplici collaborazioni.
Con Marco Azara, che continua ad affiancarlo nella produzione, nell’autunno scorso nasce l’album. “Il titolo stesso, Imbàtidu –afferma Gala - evoca ciò che non è ancora stato toccato, ciò che è ancora tutto da attraversare. Racchiude il senso profondo di questo lavoro: ricordare da dove veniamo e allo stesso tempo lasciarsi attraversare da ciò che arriva da lontano, per restituirlo trasformato, arricchito della nostra voce, della nostra lingua, della nostra cultura.” Da “Pitzinnia“, che canta “diventa bambino ogni volta che vuoi”, a “Chelos de Mare” fino a “Bentulare”: quest’ultimo brano custodisce quelli che Gala definisce i “sigilli” del disco ovvero la chitarra di Marino Derosas e le launeddas del maestro Luigi Lai che lo hanno accompagnato anche nel primo live. Partecipazioni tutt’altro che scontate quelle dei due simboli della musica dell’Isola. ”Questo è il brano che, probabilmente, mi rappresenta di più - prosegue - non solo per le preziose collaborazioni ma per il significato, quella consapevolezza di sentirmi libero, di conoscere ciò che è necessario e ciò che è superfluo”. Nel lavoro discografico diverse le dediche speciali e una flotta di ringraziamenti a tutti i musicisti che hanno collaborato e suonato nell’album e sul palco della presentazione: Gianluca Accogli, Enrico Sotgiu, Andrea Pinna, Antonio Meloni, Alessandro Muzzu, Simone Poggi, Ottavio Cocco, Marco Azara, Bruno Puccinnu, Roberto Pitzoi, Luca Folino,Mattia Maccioni. Pregiata anche l’elaborazione grafica, curata da Gianni Fasciolo: all’interno i contributi alle traduzioni a cura di Federica Fasciolo e la poetessa Vanna Sanciu, quest’ultima che insieme alla speaker Rita Nurra e all’artista Yasmin Bradi hanno introdotto la serata all’Archivio Cervo. L’album, registrato al Rockhaus Blu Studio di Alberto Erre, sarà disponibile su tutte le principali piattaforme digitali ed in formato fisico dalla mezzanotte di oggi, 27 giugno. Contemporaneamente la pubblicazione del videoclip del brano “Chelos de mare”, con la regia di Angelo Mendula: un viaggio per immagini, girato tra la Sardegna e Napoli.