Il mare nel "tappeto mediterraneo" della designer Eleonora Todde: premi e riconoscimenti in giro per l'Italia
L’opera portata con successo prima al Materia Design Festival di Catanzaro e a NapoliPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«I suoi confini non sono definiti né nello spazio né nel tempo. Non sappiamo come fare a determinarli e in che modo: sono irriducibili alla sovranità o alla storia, non sono né statali né nazionali: somigliano al cerchio di gesso che continua a essere descritto e cancellato, che le onde e i venti, le imprese e le ispirazioni allargano o restringono».
Il Mediterraneo secondo lo scrittore slavo Predrag Matvejevic. Un mare complesso, che riflette tante storie e culture. La designer cagliaritana Eleonora Todde cerca di esprimere questo intreccio di secolari vicende e tradizioni in un tappeto frutto di un’idea che è diventata un’opera (rappresentata molto bene nelle foto di Alessandro Galimberti), “Decoro Mediterraneo”, portata con successo prima al Materia Design Festival di Catanzaro (presenza coronata con il premio più importante della manifestazione) e poi a Napoli, nella mostra “’O sciore cchiù felice (è ’o sciore senza radice)”.
La mostra a Napoli
L’esposizione nella città partenopea, curata dal giornalista Paolo Casicci, ha riunito dodici artisti e designer che hanno interpretato, ciascuno con la sua sensibilità, l’identità in continua evoluzione del Mare nostrum. Eleonora Todde racconta che il suo progetto, molto apprezzato anche a Napoli, «è un mare che si può attraversare con lo sguardo e con le mani. Un mare tessuto, intrecciato nella materia viva di un tappeto». Un orizzonte blu in cui immergersi piacevolmente con la forza della fantasia. Nelle pieghe di una trama molto originale appaiono ricami di figure umane, che sono presenze quasi nascoste con un destino indecifrabile: abbandonate al piacere delle onde o, al contrario, disperse in mare, vittime di un destino tragico. Prezioso il contributo delle artigiane Silvia Di Piazza e Giordana Manzi che hanno arricchito il progetto.
La tecnica
«Decoro Mediterraneo», spiega la designer, «è realizzato con la tecnica del tufting, mescolando dieci varianti cromatiche di blu di lana merino e poliestere riciclato. Nasce per riflettere sul Mediterraneo come spazio condiviso, un territorio che racconta storie diverse a seconda di chi lo osserva e di chi lo attraversa». L’artista cagliaritana ha studiato design sperimentale e interior design all’Accademia di Belle Arti di Brera e al Politecnico di Milano. Per le sue opere parte da questo concetto: «Amare il design significa amare l’atto stesso del creare: l’intelletto, l’intraprendenza, l’ironia e la ricerca della meraviglia». La sua ricerca produce risultati. È molto piacevole osservare il mare nella trama delicata di un tappeto.
