Sabato 2 febbraio, alle 17 a "Su Stari de Rafieli" a Sinnai, lo studioso Salvatore Dedola presenterà il suo dizionario sulla lingua sarda.

Dedola, glottologo laureato all'Università di Cagliari con una tesi sulla lingua gotica, ha proceduto nell'indagine etimologica con lo stesso metodo archeologico di Lilliu, tenendo il timone saldo nella vastità delle sopravvivenze linguistiche nel Mediterraneo, delle quali oggi conosciamo non solo la lingua latina e quella greca, ma anche quella ebraica, quella fenicia, quella aramaica, quella assira e babilonese, quella accadica, quella sumerica, quella egizia.

Immaginare che la Sardegna fosse completamente isolata e coltivasse una lingua autoctona inconoscibile, slegata dal resto del mondo, è perfettamente assurdo, poiché - come giustamente ha dimostrato lo stesso Giovanni Ugas nel suo libro "Shardana e Sardegna" - i sardi dell'epoca nuragica non solo navigavano, ma erano la componente più massiccia ed elitaria della poderosa compagine dei Sea Peoples che mise a ferro e a fuoco l'intero Mediterraneo orientale, insediandosi a Canaan, in Grecia, in Anatolia, in Fenicia, nel Delta.

Ha sempre sostenuto che il sardo non deriva dal latino come invece affermato da un altro studioso Max Leopold Wagner.

"Analizzando i dizionari e le grammatiche precedenti il latino - dice Salvatore Dedola - ho dimostrato non solo l'appartenenza della lingua sarda ad una Comunità Mediterranea (Koiné) precedente di parecchi millenni il latino, ma ha persino messo in evidenza un fatto eclatante, dotato di una scientificità tetragona, ossia che le numerose parole latine che si tramandano nella lingua sarda non sono altro che una dote della Parlata Mediterranea Originaria (la Ursprache). Va da sé che il cosiddetto 'latino' apprendibile attraverso la lingua sarda si parlava nell'isola già al tempo dei nuraghi, ossia ottocento anni prima che sul Palatino cominciassero a sorgere le prime capanne di paglia, allorché Roma stava ancora 'in mente Dei', nella mente di Dio".

L'autore risponderà ai quesiti del pubblico. L'ingresso è libero.
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