Hanno cucinato simbolicamente davanti alla casa del premier Mario Draghi a Città della Pieve, in provincia di Perugia. Residenza dove il presidente del Consiglio solitamente trascorre il weekend, anche se stavolta non c'era.

C'era anche Gianfranco Vissani, maestro della cucina italiana, che si è presentato con il ciambellone, tipico dolce umbro, facendo da portavoce a tutti i ristoratori in crisi.

Racconta di essersi vaccinato col Pfizer e di aver perso "in 13 mesi di chiusura almeno 2 milioni di euro, mentre dallo Stato abbiamo ricevuto più o meno 20mila euro. Non ci abbiamo pagato nemmeno le utenze", sottolinea lo chef.

"Dal 26 aprile hanno autorizzato la ristorazione all'aperto, ma come si fa a mangiare fuori con questo freddo?", si domanda Vissani che aggiunge: "Spero che Dio ci aiuti a superare questa crisi, ma qui servono denari freschi. Dobbiamo riaprire i nostri ristoranti, magari aumentiamo le distanze, mettiamo il vetro a separare i clienti, ma dobbiamo riaprire. Nel mio ristorante abbiamo acquistato dei macchinari certificati dalla Nasa che ti creano una bolla attorno e quindi se hai il virus non lo trasmetti e te lo riporti fuori con te".

Secondo lui quello che andava fatto fin dall'inizio della pandemia per fronteggiare economicamente la crisi "era tagliare subito, da parte dell'Unione europea, il debito pubblico, mentre la Bce doveva stampare soldi. Oggi siamo venuti qui a Città della Pieve giusto per ribadire che ci siamo anche noi".

"Vogliamo date certe sulle riaperture. Poter fare ristorazione all'aperto non basta, soprattutto in questa stagione in cui per mangiare fuori fa ancora freddo", ribadisce invece Simone Ciccotti, chef perugino e animatore del sit-in.

(Unioneonline/D)
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