Alessandra Necci ci ha oramai abituato da tempo a un modo di raccontare la storia e i suoi protagonisti del tutto personale. Un modo evocativo, coinvolgente, capace di fare emergere le personalità, virtù e difetti dei grandi protagonisti degli eventi narrati nei suoi libri. Insomma, una modalità che è quella di chi ama la storia e le grandi figure che l’hanno determinata e sa trasfondere questo sentimento nei propri scritti.

Funziona così anche nell’ultima fatica di Alessandra Necci, “La regina e l’imperatrice” (Marsilio, 2022, pp. 528, anche e-book), ritratto di due donne celebri e discusse, Maria Teresa e Maria Antonietta, madre e figlia, imperatrice d’Austria la prima, regina di Francia la seconda. Un volume che è ricostruzione di un’epoca tumultuosa, con il passaggio dall’Antico regime alla Rivoluzione francese, e allo stesso tempo affresco psicologico che ripercorre magistralmente gli opposti ma intrecciati destini dell'avveduta e lungimirante imperatrice e della figlia, icona del suo tempo, travolta dalla furia rivoluzionaria.

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

Ad Alessandra Necci chiediamo da dove nasce la scelta di mettere in parallelo in un libro due figure femminili all’apparenza tanto diverse come Maria Teresa e Maria Antonietta:

“Facciamo una premessa. Negli anni, ho scritto e parlato molto sia di grandi donne sia di grandi sovrane. A volte, le due cose coincidono. Altre no. Ho scritto libri e biografie, ma anche articoli e tengo una rubrica settimanale sul quotidiano ‘Il Messaggero’ dal titolo ‘Le Donne e la Storia’. Mi sono occupata tantissimo di figure femminili, ma non perché io abbia un afflato, una vocazione specificamente ‘femminista’ - non ho mai sentito come ‘mie’ le battaglie ideologizzate - bensì in virtù di un’educazione, un approccio e una natura fortemente meritocratica. Per cui mi piace soprattutto raccontare la bravura, il merito, il talento. Magari misconosciuti, ignorati, dimenticati. E amo anche narrare le figure mal comprese, calunniate, circondate da una leggenda nera. In tutto questo, la Storia è una miniera d’oro. Sia declinata al maschile, sia al femminile. Bisogna dire, però, che per le donne è stato molto più difficile emergere nei diversi campi. Inoltre, molte di loro sono state dimenticate o non sono abbastanza conosciute. Invece, la storia è piena di figure femminili straordinarie, che si sono affermate a dispetto di tutto e tutti. E penso che sia importante raccontare il mondo femminile con gli esempi, più che con gli slogan".

Maria Teresa e Maria Antonietta, quindi, hanno attirato il suo interesse, erano figure che andavano raccontate…

“Sulle prime, lo confesso, ero un po’ reticente a scrivere di Maria Antonietta, figura notissima e sin troppo narrata, nel bene e nel male. E poi c’era la magnifica biografia di Stefan Zweig, che è davvero una pietra miliare. Maria Teresa mi incuriosiva di più, ma la trovavo un po’ ‘legnosa’, poco empatica. Poi ho approfondito entrambe le figure e mi sono appassionata. Io scrivo quasi sempre doppie biografie, in cui una è un po’ lo specchio dell’altra. In questo caso, si trattava anche di madre e figlia. La sfida, dunque, era particolarmente interessante. Soprattutto cercando aspetti meno noti, cambiando l’ottica, rovesciando il modo di guardarle e vederle”.

Cosa l’ha incuriosita di queste due donne tanto celebri?

“Sono state le due donne simbolo del Settecento, le esponenti delle corti più importanti d’Europa, Versailles e Vienna, coloro che hanno ‘dato il la’ a un’infinità di cose. Dunque, sono due donne potenti, anche se la madre domina e gestisce il potere, mentre la figlia non lo utilizza, si fa utilizzare. Certo, parliamo di poteri non paragonabili: quello di Maria Teresa è effettivo, quello di Maria Antonietta è soprattutto una questione di orpelli e privilegi. Comunque, mi incuriosiva il modo in cui si sono rapportate e hanno inteso il potere. Anche perché entrambe sono arrivate al vertice giovani e impreparate. La differenza, dunque, l’ha fatta il carattere e il comportamento. Poi c’è la sfera più privata, forse la più sorprendente. Maria Teresa è più fragile di come sembra, Maria Antonietta più forte e senza dubbio migliore di quanto ci abbiano raccontato per lungo tempo, Insomma, ho cercato di mostrare le due facce della medaglia”.

Ma chi era veramente Maria Antonietta?

“Forse, è più facile dire chi ‘non era” Maria Antonietta. Definire la sua figura, fissarne le fattezze è difficile, come se si riflettesse sull’acqua. Sembra di imprigionare il vento, una difficoltà con cui si sono scontrati tutti i biografi. La sua essenza, certo, è il movimento - che è anche alla radice del suo fascino - ma è un moto perpetuo che non conduce da nessuna parte. Dunque, Maria Antonietta è una donna senza dubbio affascinante, anche se non bella, dotata di grazia, dolcezza (quando vuole), generosità e carisma, ma incapace di farne buon uso. In sintesi, una principessa delle favole che non riesce a diventare una vera regina, prigioniera com’è della sua incapacità di comprendere il mondo che ha intorno, della sua testardaggine, dei suoi capricci. Volitiva, ma in modo sterile, petulante. Infatti, usa la volontà, l’assertività per ottenere cose di nessun conto. Spreca i doni ricevuti dal destino, spreca il grande consenso popolare che riscuote all’inizio. E poi, alla fine, quando tutto è perduto, dimostra tempra, coraggio, dignità, forza nelle più drammatiche e atroci circostanze, sino a morire da vera sovrana sul patibolo. Solo quando la Rivoluzione le strappa la corona dal capo, tira fuori il meglio di sé. Troppo tardi per essere una grande sovrana, ma giusto in tempo per entrare nella Storia”.

E come ci descriverebbe Maria Teresa?

“Il discorso, per Maria Teresa, è completamente diverso. Benché anche lei, come la figlia, giunga impreparata e molto giovane al potere, studia, si prepara, lavora…è una vera workaholic, una maniaca del lavoro, si circonda di ottimi consiglieri. Prende sulle sue spalle molte responsabilità, segue tutto in prima persona, non tralascia un dettaglio. Impara da sola cosa sia il mestiere di re e vuole essere la ‘madre dei sudditi’, prima di essere quella dei suoi figli. Capisce e padroneggia l’arte della realpolitik, della ragion di Stato. Ha grande coraggio e senso della scena, della scenografia. Poi ha delle fragilità private: soffre di depressione; è innamoratissima del consorte e patisce molto per i suoi tradimenti. La morte dell’amato Francesco Stefano la getta nella disperazione. Non ha un rapporto facile con l’erede al trono, il figlio Giuseppe, che spesso è insopportabile, né con le figlie femmine, che non le fanno onore. Il suo interventismo - in pubblico, in privato, con i figli – a volte si rivela dannoso. Lei però continua a insistere, a lottare. Sino alla fine della vita lotta per l’Austria, l’Impero, i suoi amati popoli. Ha battezzato un’epoca, un tempo, come aveva fatto Elisabetta I d’Inghilterra e farà la regina Vittoria. Cosa chiedere di più?”.

Cosa le divideva?

“Maria Teresa è regina in tutto ciò che fa, ogni suo gesto ha una valenza di immagine propagandista. Anche la tanto vantata semplicità in privato degli Asburgo ha sì valenze pratiche e di comodità - non si può essere sempre schiavi del cerimoniale – ma è anche un modo per avvicinare i sudditi alla monarchia. Però è donna nella sua passione - anche fisica - per il marito, nel suo essere civettuola e avvenente. Nonché nella sua materna preoccupazione per i figli, soprattutto quando si ammalano, nel suo dolore quando ha la sventura di perderne uno. Donna, lo è anche nelle collere furibonde, nella furia per i tradimenti per Francesco Stefano, contro i quale non può e non vuole fare molto, per cui si sfoga chiudendo Vienna in una bolla di moralismo. Maria Antonietta vuole essere donna e regina in contemporanea. Come le principesse dei giorni nostri, come Lady Diana, vuole le delizie, la tranquillità, le possibilità della vita privata e al tempo stesso gli orpelli, i privilegi, la popolarità della regalità. Diritti senza doveri, privilegi senza obblighi. Il risultato è disastroso. Regina davvero, forse, lo diviene solo alla fine. Ma è deliziosamente donna nel suo essere un’icona della moda, imitatissima, nel suo amore per i figli, nella sua passione per Axel Fersen. E bisogna anche dire che, con il suo glamour, la sua grazia, il suo charme, incarna un’ideale femminile che per un lungo periodo incanta. In questo sì, è una regina, ma solo come immagine”.

Mi dica la verità…con chi delle due prenderebbe più volentieri un tè?

 “Mi piacerebbe prendere un tè con Maria Teresa per discutere di temi prosaici come l’arte del governo, le riforme, il potere. Mi piacerebbe anche fare una passeggiata con Maria Antonietta nel suo amato Trianon, soprattutto per vederla nel suo mondo, nel suo contesto e osservare quella grazia, quella flessuosità di movimento che tutti decantavano”.

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