“Nel 1956, giovane laureando, andai a chiedere la tesi nel palazzo degli istituti biologici di via Porcell numero 4, a Cagliari”. Iniziò così l'avventura nella farmacologia di Gian Luigi Gessa, lo scienziato cagliaritano che mercoledì prossimo compirà novant'anni.

Li festeggerà pubblicando uno studio su "Frontiers in neuroscience”, l’ennesimo di una carriera costellata di successi e riconoscimenti.

Sostiene che non esista una ricetta per vivere bene e a lungo: “Sorrido quando teorizzano la carica salvifica del formaggio o del vino dei centenari. Sono morigerato, ormai in tutti sensi. Non vado più neanche in windsurf. Mi è rimasta la passione per le neuroscienze”.

Boccia l'idea che il Covid sia uscito dal laboratorio di Wuhan e parla delle difficoltà dei ragazzi nel mondo del lavoro odierno e stronca la formazione a distanza: “Non sono contro le nuove tecnologie, però bisogna fare dei distinguo su come si utilizzano”. Affronta anche il tema della ricerca in Sardegna, complicata dalla scarsezza di finanziamenti.

L'intervista completa domani sull'Unione Sarda.

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