Finalmente svetta la stella. Finalmente gli squilli di trombe e i rulli dei tamburi annunciano i cavalieri. Vien facile definire la giostra 2023 come quella della “ripartenza” dopo che la pandemia ha bloccato per due anni il mondo.

In realtà la Sartiglia non si è mai fermata, e mai si fermerà, nella testa e nell’anima di ogni oristanese. Quest’anno è “semplicemente”, di nuovo, una grande festa di popolo. E allora che festa sia, fin dalle prime luci di domenica quando la città si sveglierà dimenticando, almeno per 72 ore, i tanti (troppi) problemi che la attanagliano. Per godersi, come fa da cinque secoli, appieno questa giostra. Che è fatta di momenti, istanti, flash che ognuno poi custodirà gelosamente.

C’è chi, in una scuderia, non dimenticherà il rito della bardatura dei cavalli con le rosette dai mille colori o chi preferisce immortalare l’attimo in cui le mani delle massaie coprono il viso di su Componidori con una maschera senza espressione.

Qualcuno rimarrà abbacinato dalla lunga teoria di sardi che sfilano con i tipici abiti del proprio paese. Impossibile poi resistere al ritmo di trombe e tamburi che annuncia l’arrivo dei protagonisti. Con in testa il terzetto di su Componidori che saluta la folla con sa pippia e maiu.

Ancora un altro flash, il capocorsa che con il suo aiutante incrocia le spade sotto la stella in via Duomo per poi recarsi solitario in piazza Manno. E da qui al galoppo tenta di centrare quel piccolo trofeo appeso al nastro verde che regalerebbe al suo gremio e alle decine di migliaia di spettatori una gioia irrefrenabile. E dopo di lui tenteranno la sorte altri cavalieri, negli ultimi anni sempre più numerosi.

Non basta? E allora si custodiscano le emozioni de sa remada di su Componidori che chiude la corsa alla stella per aprire poi, in via Mazzini, le pariglie. Ed è qui che esplode l’abilità di ogni terzetto che si lancia in una galoppata sfrenata durante la quale si tentano acrobazie in sella al cavallo, alcune davvero da brividi: altra emozione. E infine l’ultimo istante lo può regalare su Componidori quando torna nella casa del suo gremio per svestire i panni che l’hanno reso per un giorno signore di questa città.

Questa è la Sartiglia, il resto fa da contorno (a tratti non all’altezza), che ogni oristanese porta nel cuore e nell’anima. E che quest’anno chiunque, di nuovo, potrà custodire gelosamente.

Michele Masala

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