Siamo nel 1947 e la guerra è terminata da pochi mesi. In quell’anno una grande industria come la Pirelli di Milano compiva settantacinque anni di vita e la dirigenza dell’epoca vagheggiò l’idea di festeggiare l’anniversario con un film che celebrasse non solo l’azienda ma anche le sue maestranze. L’idea era di far dirigere la pellicola al regista italiano più importante del momento, Roberto Rossellini, maestro del Neorealismo.

Per la sceneggiatura il prescelto fu Alberto Moravia, che lavorò alcuni mesi al soggetto cinematografico con la collaborazione di Alfredo Guarini, Massimo Mida, Gianni Puccini.

Moravia si mise all’opera scrivendo una sceneggiatura di grande potenza narrativa ed evocativa, ambientata nella grande fabbrica Pirelli di Milano. Il progetto sembrò sul punto di decollare, sembrò poter diventare un episodio importante nel rapporto tra letteratura e cinema, tra cultura e industria. Poi tutto si arenò, soprattutto per le difficoltà economiche nel girare un film di alto livello in un’Italia appena uscita dalle distruzioni della guerra.

Rimase il testo di Moravia, in un certo senso dimenticato per quasi ottant’anni e oggi finalmente disponibile nel volume Questa è la nostra città (Bompiani, 2025, pp. 192, anche e-book) in una edizione critica curata da Alessandra Grandelis, docente di Letteratura italiana contemporanea all’Università di Padova e responsabile scientifico del Fondo Alberto Moravia di Roma.

Diciamolo subito: leggere Moravia è una esperienza sempre molto coinvolgente. Leggere un inedito dei più grandi scrittori del Novecento è però qualcosa di più: un dono inatteso. Un dono che permette di ritrovarci faccia a faccia con un’Italia antica di quasi otto decenni, un’Italia ferita, ma non doma. Le vicende del libro si svolgono nell’autunno del 1945, quando sono ancora vivi i ricordi dell’eccidio di piazzale Loreto dell’agosto del 1944, della prigionia in Germania da dove pochi erano tornati, della guerra e della Resistenza, sullo sfondo di una Milano che porta i segni della distruzione e che al contempo è già pronta a crescere, a correre incontro alla modernità, di cui la fabbrica Pirelli si fa figura in mezzo alle macerie.

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

Su questo palcoscenico si muovono le storie di una famiglia legata alla fabbrica. Provenienti dalla campagna e assunti nelle maestranze dello stabilimento degli pneumatici della Pirelli, i Riva vivono il periodo della ricostruzione postbellica e la scoperta della più grande metropoli italiana. Vivono muovendosi tra speranze, delusioni, contraddizioni, ansie di vivere, senza mai dimenticare la fatica, ma anche l’aspettativa e la speranza che ogni esistenza comporta.

Lontano dalla retorica del progresso, Moravia ci descrive come nei suoi romanzi più riusciti i sacrifici quotidiani, i tormenti esistenziali e identitari serpeggianti nella Milano in corsa verso il futuro. Soprattutto, in questo inedito Moravia mostra una volta di più un linguaggio narrativo di tipo “internazionale”, universale, comprensibile al lettore di ogni epoca e di ogni latitudine. Si tratta di un’operazione consapevole da parte dell’autore, che spiega anche una particolare caratteristica della produzione di Moravia: la sua estrema adattabilità alla trasposizione cinematografica. Moravia ha molto esteso la nozione del “pubblico” e ciò porta inevitabilmente all’uso di un linguaggio o immediatamente traducibile, nel cinema, per platee di tutto il mondo.

Inoltre, dopo la guerra Moravia scopre il Neorealismo: l’acuta capacità d’osservazione e il distacco sovrano da ciò che viene osservato e narrato permettono così l’elaborazione di una galleria di tipi umani di particolare efficacia.

Attraverso i reparti di fabbrica, le strade buie e umide della città e i quartieri operai, si delinea una comunità di lavoratori che osserva e vive le trasformazioni del proprio tempo.

Il legame tra i protagonisti e i colleghi si intreccia a un racconto di lotta, dignità e resistenza, offrendo uno spaccato autentico di un’epoca che ha segnato indelebilmente l’identità di Milano, ma anche dell’Italia intera.

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