Tre quarti di secolo tra autonomia, trasformazioni sociali e modernizzazione dell’isola, nel contesto della Repubblica e del regionalismo italiano. Il progetto scientifico e culturale della Fondazione Antonio Segni traccia un bilancio inedito dei 75 anni del Consiglio regionale della Sardegna. Dopo la presentazione a Torino in occasione XXXVII edizione del Salone Internazionale del Libro, è la sala conferenze della Fondazione di Sardegna a Sassari che ispita la presentazione del volume “Il Consiglio regionale della Sardegna”.

Curato dai professori Antonello Mattone e Salvatore Mura, edito dalla casa editrice Ilisso di Nuoro, il volume è articolato in sei parti, gode del contributo di oltre trenta autori, studiosi e addetti ai lavori con sensibilità e attitudini scientifiche diverse che arricchiscono un’opera sinora mai realizzata, ultimo capitolo della più grande storia secolare dell’autonomia sarda.

Il libro si colloca idealmente in continuità con gli Acta Curiarum Regni Sardiniae, la collana promossa dal Consiglio regionale della Sardegna dedicata agli antichi Parlamenti sardi. Nella panoramica degli studi sulla storia della Sardegna contemporanea non vi era ancora a disposizione un’opera di sintesi sul Consiglio regionale che potesse costituire una sorta di bilancio dell’attività svolta in oltre settant’anni di autonomia. Questo volume si lega indirettamente all’esigenza, particolarmente avvertita, di un rilancio dell’istituzione rappresentativa che negli ultimi anni, forse addirittura nell’ultimo trentennio, è in crisi, tanto che all’orizzonte si fa fatica a scorgere una nuova stagione.

L’opera – di quasi 400 pagine – ambisce a rappresentare un’occasione di riflessione e confronto, sull’assemblea legislativa regionale che nonostante le sue contraddizioni, costituisce ancora un patrimonio acquisito e irrinunciabile del popolo sardo.

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