È ritornato a scuola. Ma, dopo esserci stato qualche anno fa da studente, lo ha fatto per portare la sua esperienza di ricercatore del Mit, università di ricerca statunitense (dell'area metropolitana di Boston) tra le più importanti al mondo.

Enrico Santus, 33 anni, sta trascorrendo un periodo di vacanza a Iglesias, dove ha le sue radici, e nella quale vivono i genitori (mamma centralinista all'ospedale e papà operaio) e gli amici.

Una pausa - prolungata in attesa di superare alcuni intoppi per il rilascio del visto necessario a ritornare negli Usa - durante la quale ha ricevuto l'invito da parte di alcuni istituti superiori di Iglesias: prima il liceo Scientifico-Artistico "Asproni", oggi l'Istituto "Asproni-Fermi", nato dall'accorpamento dell'ex Ragioneria e del Minerario; scuola, quest'ultima, dove ha conseguito il diploma ultimando due anni in uno.

Enrico, che da qualche tempo è "corteggiato" da numerose testate giornalistiche, ha raccontato la sua esperienza di vita, parlando con naturalezza del percorso scolastico e del suo lavoro di ricercatore. Suggerendo agli studenti di accogliere le critiche come stimolo per fare sempre meglio e di uscire dalla cosiddetta "comfort zone", quella sorta di area di conforto che può portare ad adagiarsi sulle proprie conoscenze.

"Bisogna convincersi di essere sempre meno preparati degli altri: questo ci obbliga ad ascoltare chi ne sa più di noi e a imparare". Enrico si occupa di intelligenza artificiale. Linguistica computazionale, in particolare, che in sostanza mette insieme il linguaggio umano e quello dei computer: con applicazioni che vanno dall'"identificazione delle fake news" alla ricerca in campo medico, compresa quella per la lotta al cancro.
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