E lucevan le stelle…
A cent’anni dalla morte di Giacomo Puccini un libro ne propone un ritratto ineditoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
A cent’anni dalla scomparsa avvenuta il 29 novembre 1924, Giacomo Puccini rimane un mito, il musicista che ha saputo far diventare veramente popolare la musica colta del melodramma. A cavallo tra Ottocento e primo Novecento il celebre compositore era, in aggiunta, una vera e propria star. Giovani e non giovani si vestivano come lui - con la bombetta, il bastone, il paletot – e come lui portavano i baffetti. Nelle strade potevi sentire cantare le arie più famose delle sue opere, romanze che parlavano di amore, di sensualità, di passione. Allora non erano emozioni che vedevi ogni attimo alla televisione. Tutto era nascosto, da sussurre in silenzio. Poi cantavi un'aria di Puccini e immaginavi di essere anche tu il protagonista di un grande melodramma d'amore. Puccini era la modernità, era il Novecento che avanzava e spazzava via tutto il vecchio. Era un mito di massa come dimostravano le sue foto e le tante interviste concesse ai giornali e alle riviste del tempo. Dialoghi con la stampa che riaffiorano nel volume di Patrick Poini “Puccini. Interviste con una star” (GFE, 2024, pp. 194).
Nel volume emerge come con un linguaggio colloquiale e un focus sulle passioni più che sulla scienza musicale, coltivando amicizie con i reporter delle testate nazionali ed estere, improvvisando conferenze stampa quando ancora non esistevano, Puccini riuscì ad arrivare ai fan come nessuno aveva mai fatto in precedenza. Non a caso le sue arie erano le hit dell’epoca.
Le ascoltavi nei grammofoni e le trasmettevano le prime stazioni radiofoniche. Puccini era, in effetti, diverso dai compositori che l’avevano preceduto, e nella sua musica si sentiva. Sentivi le passioni degli uomini e delle donne, i sentimenti. Niente miti ancestrali della nazione germanica alla Wagner né retorica sull'indipendenza del popolo italiano alla Verdi. Il melodramma con Puccini usciva dai teatri per entrare nell'immaginario collettivo, diventava il ponte verso nuove forme di musica, più popolari, meno colte, più “leggere”.
Il libro di Poini ci racconta tutto questo ed è fondamentale per capire come il Maestro voleva che fosse percepito il suo personaggio dal pubblico e come amplificò il successo della sua musica e delle storie che essa accompagnava attraverso la comunicazione con la stampa. Il passato bohémien, il colpo di fulmine per Madama Butterfly, la Maria Antonietta mai completata, i tentativi di una collaborazione con D'Annunzio, la lotta contro la pirateria negli Stati Uniti e l'ultima intervista in clinica a Bruxelles, sono solo alcuni dei contenuti riportati alla luce da Poini attraverso le parole del suo protagonista.