Gli unici "danni" che dovevano esserci sono le scritte fatte a nerofumo delle sigle lasciate dagli scopritori nel '68. Oltre a questa spiccano, invece, anche sporcizia e segni di mani fangose lasciati nelle concrezioni calcaree quasi come delle firme: sono le deturpazioni rilevate da alcuni speleologi domusnovesi nell'impervia Q 878 Cea Spreni, una profonda grotta di difficile accesso che si trova in località Campu Spina, lungo l'areale del Marganai.

Segni e sporcizia che fanno indignare soprattutto per il fatto che, con tutta probabilità, sono opera di altri speleologi (per accedervi servono professionalità e attrezzature specifiche) che dovrebbero avere, dunque, il massimo rispetto per questo tipo di ambienti.

Esplorata per la prima volta nel '68 da alcuni speleologi iglesienti e poi rilevata e classificata dallo speleo club Domusnovas 5 anni fa, la cavità doveva restare intatta se si eccettuano le sigle degli scopritori. "Allora non c'era la sensibilità di oggi - spiega Angelo Naseddu, presidente dello speleo club Domusnovas - e quel danno venne fatto ma si trattò dell'unico segno lasciato. Ora viene davvero l'amaro in bocca nel constatare che nuove generazioni di speleologi abbiano visitato la grotta e marcato, in maniera evidente e inopportuna, il loro passaggio: queste persone hanno la stessa sensibilità di chi si reca nel bosco e lo deturpa lasciandovi sporcizia".
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