"Cinquant'anni in immagini" è la mostra fotografica, visitabile fino a domenica nei suggestivi locali del vecchio mulino "Sa Ferraria" di via Stazione, che raccoglie gli scatti più significativi dell'attività di una delle associazioni più longeve del paese delle grotte: lo Speleo Club Domusnovas.

Nato grazie alla passione di 5 giovani poco più che adolescenti nel lontano ottobre del '69, al sodalizio domusnovese si deve la scoperta e la classificazione, negli anni, del 25 per cento delle cavità ipogeiche di tutta l'isola.

"Partendo praticamente da zero abbiamo scoperto, esplorato e documentato ben 550 grotte, soprattutto nel territorio dell'iglesiente", precisa Angelo Naseddu, 65 anni, attuale presidente del club e per 20 anni presidente della Federazione Speleologica Regionale (lo Speleo Club Domusnovas è tra i fondatori) e anche vice di quella nazionale.

Ben 200 di quelle grotte sono state svelate negli ultimi tre anni, a riprova di un'attività tutt'ora florida con trenta tesserati che uniscono le uscite e il lavoro in cavità ad attività didattiche, divulgazioni e pubblicazioni anche in riviste internazionali del settore.

Tra le scoperte del club, anche alcuni unicum nell'Isola, come i 9 scheletri rinvenuti nel '71 in un riparo sotto roccia sulla sommità del Monte Acqua (quello sotto al quale si dipana la grotta di San Giovanni) e un prezioso vasetto risalente al Neolitico medio.
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