Difendere il mare, valutare lo stato di inquinamento, specialmente da plastica e micro-plastiche, e analizzare gli impatti dei cambiamenti climatici.

Con questo obiettivo il 16 luglio parte il tour del mar Tirreno di Greenpeace.

"Difendiamo il mare", questo il nome del progetto, è organizzato in collaborazione con la Fondazione Exodus di don Mazzi, che mette a disposizione la barca a vela Bamboo.

Alla spedizione parteciperanno ricercatori dell'Istituto per lo studio degli impatti antropici e sostenibilità in ambiente marino (Ias) del Cnr di Genova, del DiSVA (Dipartimento di Scienze della Vita e dell'Ambiente) dell'università Politecnica delle Marche specializzati nello studio delle microplastiche, esperti di flora e fauna marina costiera del DiSTAV (Dipartimento di Scienze della Terra dell'Ambiente e della Vita) dell'università degli studi di Genova, dell'Istituto Thethys.

Il tour, della durata di due settimane, toccherà alcune aree marine protette (Cinque Terre, Portofino) ma anche zone colpite dall'inquinamento da plastica, incluse le foci dei fiumi, come Tevere e Arno.

"Il nostro Pianeta, e in particolare il nostro mare, è malato a causa dell'inquinamento da plastica e dei cambiamenti climatici - spiega Giuseppe Ungherese, responsabile campagna inquinamento di Greenpeace - la pandemia che viviamo ci insegna che non c'è più tempo da perdere: dobbiamo vincere la battaglia della plastica monouso e quella invisibile della microplastica".

(Unioneonline/v.l.)
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