L’arte può migliorare la vita, soprattutto se si ha il privilegio di vivere in una nazione come l'Italia che ha regalato al mondo grandi pittori e scultori per secoli. Lo storico dell’arte Stefano Zuffi ce lo aveva già ricordato nel volume “Il racconto della pittura italiana” (Hoepli 2020) dedicato all’epoca che va dai capolavori di Giotto a quelli di Caravaggio. Ora riprende il discorso iniziato tre anni fa nel suo ultimo lavoro editoriale, “Il racconto dell’arte italiana” (Hoepli, 2023, pp. 486, anche e-book) in cui ripercorre le vicende artistiche italiane dai primi anni del Seicento fino all’inizio dell’Ottocento e al periodo che precede l’Unità d’Italia.

Secoli segnati da grandi artisti, ma anche da rilevanti trasformazioni storiche – è il periodo delle dominazioni straniere – che interessano la nostra Penisola.

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

Il volume si segnala, come d’abitudine di Zuffi, per l’approccio narrativo e coinvolgente, un approccio da vero e proprio racconto, in cui la narrazione diventa un filo di Arianna ideale per muoversi da un artista all’altro, da un periodo all’altro in maniera gradevole, anzi rilassata.

Il libro è quindi un percorso narrativo che cerca di far apprezzare il piacere della pittura e che vuole aiutare a conoscere non solo opere e artisti, ma anche il lato umano di quelli che sono stati spesso proposti come geni inarrivabili, e sono invece persone reali.

Proprio in questa prospettiva Zuffi svolge il suo racconto in presa diretta collegando le vite degli artisti alla loro epoca con dettagli e aneddoti che rendono vivace e avvincente ogni capitolo. Allo stesso tempo l’autore ci offre un quadro di vasto respiro sull’arte italiana dal Seicento all’Ottocento.

Le molte capitali artistiche (Roma, Firenze, Venezia, Milano, Napoli e la Sicilia) offrono una declinazione locale ai grandi movimenti internazionali come il Barocco, il Rococò, il Neoclassico, determinando un gusto che poi si ritrova, con caratteristiche proprie, nei piccoli centri. In questo quadro non mancano grandi personalità come Guido Reni, Gian Lorenzo Bernini, Luca Giordano, Bellotto e Canaletto, tutti oggetto di collezione da parte dei primi viaggiatori del Grand Tour, oppure il Tiepolo, venerato in tutta Europa. La grande stagione dell’arte italiana declina con l’arrivo di Napoleone che mette in crisi il sistema dei piccoli Stati, ma è proprio la coscienza dell’unicità del nostro patrimonio culturale, espressa dalla magistrale attività di Canova, che diviene una delle più forti spinte al realizzarsi del Risorgimento e dell’Unità nazionale.

Insomma, un libro che si legge come un grande romanzo e allo stesso tempo come un godibile saggio in cui storia, arte, analisi sociale e culturale si fondono in maniera armonica. Un libro che ci spinge ancora una volta a riflettere su quanto sia delittuoso che l'arte faccia così fatica a trovare una sua dimensione nella scuola e anche nella odierna società italiana.

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