Ancora poche ore e per tutti sarà su Componidori di San Giovanni. Ma fino a quando il cilindro non si poserà sul velo, Danilo Casula, 39 anni, resta il cavaliere un po’ introverso che alla soglia della ventesima Sartiglia corona un sogno iniziato lo scorso 16 dicembre, quando alla porta di casa ha bussato il presidente dei Contadini Mauro Solinas.

Aspettava quella visita?

«In realtà non ero neppure a casa. Quando sono rientrato e ho trovato s’Oberaiu in salotto ero paralizzato».

Che significato ha per lei essere scelto da Solinas?

«Era un mio grandissimo desiderio, per tanti anni siamo stati vicini di casa. Mi ha visto crescere, mi ha premiato quando ho colto la stella e nel 2015 mi ha perfino sposato».

Alla fine della Candelora si è sciolto in un pianto liberatorio.

«È stato un momento emozionante, vedere entrare in casa il Gremio è una sensazione che non si può descrivere».

Manca poco alla giostra, come sta vivendo l’attesa?

«Sono abbastanza tranquillo. Certo, è parecchio impegnativo e c’è moltissimo da fare: i cavalli, le bardature, le prove della vestizione. E gli spuntini non finiscono mai».

Ad accompagnarla saranno due cavalieri di grande esperienza, Tore Montisci e Bernardino Ecca: è la prima volta che correte insieme.

«Sì, è il nostro esordio. Sono entrambi due validi sartiglianti, sono felice di condividere con loro questa bellissima avventura».

Come avete trascorso le giornate di preparazione alla giostra?

«Abbiamo cercato di prepararci nel miglior modo possibile. Siamo usciti a cavallo con qualsiasi condizione meteorologica: vento, pioggia, freddo e sole. Speriamo che San Giovanni ci regali una bella giornata».

C’è un cavaliere che stima in particolar modo?

«Ce ne sono tanti, ma due più di tutti: mio fratello Michael, con il quale ho corso una decina di anni. L’altro è Alessio Garau».

In vent’anni di Sartiglia ha ricevuto una decina di spade. I maliziosi dicono che in via Duomo sarà avaro.

«Macché avaro! Ho già in mente un elenco di cavalieri da far scendere alla stella, ma al momento opportuno vedrò».

A chi dedica la Sartiglia?

«Alla famiglia, le mie figlie Martina e Greta sono le mie sostenitrici più accanite».

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Un cognome che evoca la Sartiglia. Giampaolo Mugheddu, 39 anni, l’aria della giostra la respira da quando è bambino. Terzu nel 2007, in pariglia con il fratello Gianluca, e poi nel 2012 al fianco di Antonio Murruzzu, stavolta sarà lui a guidare il corteo per il Gremio di San Giuseppe.

Una bella responsabilità condurre “l’edizione della ripartenza”.

«Pensare che quest’anno avevo quasi deciso di non partecipare per impegni lavorativi».

E invece il Gremio aveva altri piani.

«È un’occasione che capita una volta, non si può rifiutare. Tanto più che il Majorale, Antonio Mugheddu, è mio cugino».

Giostra a conduzione familiare.

«Su segundu è mio fratello Gianluca, mentre su terzu Francesco Loi. Sa Massaia manna è Francesca Mugheddu, a vestirmi mia sorella Giulia e Enrica Seda».

Quattordici Sartiglie, nove stelle di cui due d’oro: qual è il ricordo più bello?

«Ogni edizione lascia una traccia indelebile. Se devo sceglierne una, probabilmente la stella d’oro del 2012».

Ha avuto grandi maestri per mettere a frutto la sua grande passione?

«Senza dubbio, ho lavorato con Roberto Palmieri e Paolo Rosas. E poi devo ringraziare soprattutto mio fratello Gianluca e Antonio Murruzzu».

Che effetto fa tornare in via Duomo dopo due anni di stop?

«Il desiderio di regalare alla città una bella festa è fortissimo, speriamo di divertirci e di far divertire».

Gli ultimi giorni sono i più frenetici?

«Fortunatamente sono circondato da persone che mi aiutano a vivere i preparativi molto serenamente».

Avere al fianco cavalieri che hanno già indossato il cilindro, è importante?

«Sicuramente ti agevola nella preparazione, anche se ogni Sartiglia è una storia a sé».

Anche il cavallo che monta ha una lunga esperienza nella giostra.

«Original Gypsie, uno splendido purosangue inglese di 14 anni di Corrado Massidda. È un cavallo affidabile, nel 2019 durante la giostra era stato prestato al capocorsa Davide Musu e tutto era filato liscio».

Pronto l’elenco dei cavalieri a cui affidare la spada?

«Un’idea me la sono fatta ma nessun’anticipazione».

Marianna Guarna

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