Una band di pionieri del post-punk, parte di una generazione di innovatori, da domani in trasferta nell'Isola: questo venerdì al Fabrik di Cagliari saranno ospiti gli iconici Not Moving, che da più di quarant'anni sono un nome riconosciuto nella scena alternativa tricolore. In una data dedicata all'ultimo disco "That's All Folks" e realizzata con il supporto dell'associazione Gavinuccio Canu – che sabato porterà i Not Moving a Sassari, per "Lievi Favole" – all'apertura il palco del locale sarà calcato dai veterani del punk isolano Gods Of Gamble, con appuntamento alle 21

Il nuovo rock italiano

I Not Moving (inizialmente "No Eyes") vengono fondati a Piacenza nel 1981 da Antonio "Tony Face" Bacciocchi (batteria) e Paolo Molinari (chitarrista), entrambi reduci dei Chelsea Hotel, con Danilo Dallagiovanna (basso), a cui si aggiungono Rita "Lilith" Oberti alla voce e Mariella "Severine" Rocchetta alle tastiere. Virando verso il post-punk di gruppi come Cramps e X, ma in contaminazioni garage, psichedeliche e surf, con l'autoprodotto "Behind Your Pale Face" destano l'interesse della critica, finendo nella compilation "Gathered", manifesto del nuovo rock italiano.

La Electric Eye Records pubblica così il primo extended-play dei Not Moving, "Strange Dolls", con cui arrivano all'estero e persino alla BBC, trovando un inaspettato fan nel grande Jello Biafra (Dead Kennedys). Nel 1983 Molinari lascia il gruppo ed è sostituito da Domenico Petrosino alias "Dome La Muerte", con il contributo del quale i Not Moving approfondiscono le influenze acide il sound "gothabilly", mentre i riconoscimenti di pubblico e critica aumentano di uscita in uscita e dal vivo affiancano Clash, Litfiba, Johnny Thunders e tanti altri. Nel 1985 la band passa alla Spittle Records, con cui pubblica il dark blues di "Black'n'Wild", guadagnandosi un posto nel pantheon degli anni Ottanta.

Su questa scia viene pubblicato l'esordio in studio "Sinnermen" (1986), che pur con un missaggio difettoso ottiene nuovamente successi in patria e fuori. Sebbene impegnati in tour per tutta Europa e intenti in nuove ricerche sonore, come testimoniato dal secondo "Flash On You" (1988), la crisi inizia quando Dallagiovanna abbandona la formazione, seguito due anni dopo da Lilith e Tony Face. Solo Dome e Severine proseguono con il gruppo: con il poeta cheyenne Lance Henderson e altri musicisti incidono "Song of Myself", dedicato ai nativi americani, e portano avanti l'attività dal vivo tra numerosi cambi di formazione, salutando il pubblico con le tinte spaziali e heavy di "Homecomings" (1994). 

Le due reunion

L'uscita nel 2005 del prezioso documentario "Live in the 80's" riaccende l'interesse sui Not Moving, sia grazie alle riprese di un infausto concerto a Pavia nel 1982, contenute nel lungometraggio, come anche grazie alle parole espresse da altri volti del rock tricolore come Mauro Ermanno Giovanardi (Carnival of Fools, La Crus) e Cristiano Godano (Marlene Kuntz). Così Dome, Lilith e Tony Face e si riuniscono per alcune date che dureranno fino al 2006, aprendo anche per The Damned e Iggy Pop con gli Stooges, senza però tornare insieme davvero.  

Ma tredici anni dopo, il gruppo rinasce inaspettatamente sotto il nome Not Moving LTD, con cui pubblicano l'acclamato "Love Beat" (2022) e ricevono l'ambito Premio Ciampi alla carriera, esibendosi alla premiazione con CCCP e Marlene Kuntz. Un nuovo inizio che non scorda le radici, come fa intendere il ritorno al nome originale nel 2025: utilizzando anche il classico logo firmato da Eddie King, rilasciano il nuovo "That's All Folks" per La Tempesta Dischi e vengono insigniti del Premio Lucca Underground Festival, lo scorso novembre. 

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