Cabras, quel filo che lega San Salvatore ai giganti di Mont'e Prama
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Esiste un collegamento tra l'antico villaggio di San Salvatore e il sito archeologico di Mont 'e Prama? Chissà. Per saperlo gli addetti ai lavori devono prima studiare attentamente le foto multi spettrali scattate all'interno dell'ipogeo.
Il Sinis, insomma, è ancora sotto esame. In questi giorni è in corso uno studio dettagliato da parte di Gaetano Ranieri, geofisico dell'Università di Sassari: "È un modo diverso per scoprire qualcosa in più di questa zona ricca di storia. L'archeologia ha già detto già tanto, è vero però che oggi ci sono strumenti all'avanguardia che possono svelare ancora di più".
Dopo aver avuto l'ok dalla Soprintendenza, Gaetano Ranieri assieme al suo team sta fotografando con una strumentazione ad infrarossi le pitture e le scritte presenti all'interno della stanza scavata al di sotto della chiesa. L'obiettivo è capire se le raffigurazioni e le incisioni hanno un collegamento con le enormi statue di pietra e le tombe rinvenute negli anni '70 a Mont'e Prama.
"Il nostro obiettivo è vedere tutto ciò che non si percepisce ad occhio nudo - tiene a precisare Ranieri -. Chissà se oltre quelle scritte c'è qualcosa in più sulla storia di Mont'e Prama, chi ad esempio ha realizzato le sculture di pietra, sin quando sono rimaste in piedi, perché erano allineate tra di loro, quando esattamente sono state ideate e perché. Noi stiamo cercando informazioni in maniera diversa dall'archeologia".