Sebadas, sevadas, seadas. Diversi i modi di chiamarla, a seconda della zona, ma il sapore è quello unico inconfondibile di un dolce che è un'eccellenza sarda. Servito a fine pasto con miele, solo a scriverlo viene l'acquolina in bocca. E ora il bollino blu, sotto forma di marchio Igp. A ufficializzarlo, nella tarda mattinata di ieri, la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale europea del disciplinare definitivo delle Sebadas di Sardegna Igp.

Non è stato facile

C'è voluto un percorso lungo oltre quattro anni, una dozzina di imprese produttrici e il benestare di Regione, Ministero e Commissione Europea, ma ora possiamo dirlo: le sebadas entrano a far parte dell’Olimpo delle eccellenze alimentari mondiali e si vedono conferita l’Indicazione geografica protetta, il più alto riconoscimento in Europa. Il disciplinare, che richiama rigorosamente la ricetta classica, prevede varianti minime che si rifanno alla tradizione locale talvolta diversa da comune a comune e sono prevalentemente relative alla tipologia di formaggio utilizzato, agli aromi, alla dimensione e al peso. Poiché le varianti linguistiche del sardo sono numerose, il nome tutelato non è solo quello di sebadas, ma anche seadas/sabadas/seattas/savadas/sevadas di Sardegna.

«Per anni abbiamo lavorato a questo progetto, siamo soddisfatti del riconoscimento ottenuto», dichiara Franco Calisai, azienda a Sassari, presidente del Comitato promotore Sebadas di Sardegna Igp. «L’acquisizione di questa denominazione è innanzitutto una tutela per il consumatore, ma anche un modo per sottrarre il prodotto a tentativi di usurpazione del nome».

Il settore

Sono circa 250 i pastifici nell’isola e molti di questi producono questa specialità. Ma la regina dei dessert isolani viene spesso realizzata anche nei panifici, nei ristoranti, nelle aziende agrituristiche e nelle pasticcerie. Al momento si stima però una produzione complessiva media di 2 milioni di pezzi prodotti annualmente nell’isola, pari a circa 1.600 quintali e oltre 2.500.000 euro di fatturato e un numero di dipendenti di circa 150 e quello degli addetti, che comprende anche titolari, soci e coadiuvanti, di 250. «Si tratta di un settore importante che non solo rappresenta un’economia di assoluto rilievo, ma che ha anche enormi potenzialità di ulteriore sviluppo», dichiarano dal Comitato promotore. «Le Sebadas rappresentano l’incontro di tre filiere che da sole reggono l’economia regionale: quella ovina, quella suinicola e quella cerealicola e sono un piatto, unico nel suo genere che si sposa con gli aromi degli agrumi e con il miele, anch’esso prodotto d’eccellenza».

Dopo i culurgionis

È un altro grande risultato quello delle sebadas di Sardegna Igp, ne è convinto Vito Arra del pastificio Sapori d'Ogliastra, parte del comitato promotore: «Un'altra bellissima conquista e motivo di vanto per tutta la Sardegna, a dimostrazione che anche se si è piccoli quando si lavora insieme si ottengono i frutti». Tra le imprese che compongono il Comitato promotore, che ha sede nella Cna Ogliastra, anche La casa della nonna di Bolotana, il Laboratorio di pasta fresca e pasticceria di Richard Marci di Cardedu, il pastificio Contini srl di Santa Giusta, il pastificio Calitai di Cagliari, Il pastificio Antonio Cossu srl di Iglesias, il panificio La fornarina di Marco Orrù di Cagliari, il biscottificio Demelas di Stintino e La Sfoglia d’Oro di Sassari. Aziende che vantano la maggior produzione e che per la qualità del loro prodotto, sono state insignite in passato, di riconoscimenti importanti.

Federica Melis

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