Armungia, "Un anno sull'altipiano" nel palcoscenico di Casa Lussu
In scena al piano il nipote di Emilio, Pietro Lussu, e l’attore Felice MontervinoÈ stata una serata speciale con tanti significati. Perché Emilio Lussu è tornato ad Armungia con il suo “Un anno sull’altipiano”. È tornato a casa, nella casa dove è nato, nel rione Cannedu. In scena, nel cortile dell’abitazione, che risale alla metà dell’Ottocento, Pietro Lussu (nipote di Emilio), al piano, e l’attore Felice Montervino, che, oltre a curare la costruzione della drammaturgia, ha dato voce ai ricordi lussiani così come emergono dal caposaldo della memorialistica del primo conflitto mondiale.
Non poteva esserci migliore palcoscenico per “Un anno sull’Altipiano-In guerra qualche volta abbiamo anche cantato”, progetto artistico che nasce a Berchidda, all’interno di Insulae Lab, frutto di una felice intuizione di Paolo Fresu, e che ad Armungia ha vissuto un momento esaltante.
Pietro Lussu, con un surplus di emozione per l’incontro con il nonno in un luogo familiare, ha tessuto la trama delle musiche che hanno accompagnato, in una perfetta alchimia, il racconto. «Per me – ha detto al termine dello spettacolo – è stato un momento liberatorio. È un modo per ribadire quanto siano ancora molto attuali i valori in cui lui credeva».
Montervino, che si divide tra il cinema in Sardegna e il teatro con Massimo Popolizio (ha anche contribuito al successo di Macbettu) si è immerso con trasporto e passione nelle atmosfere di “Un anno sull’Altipiano”. Partendo dalle parole dell'autore: «Il lettore non troverà né il romanzo né la storia. Sono ricordi personali, riordinati alla meglio e limitati a un anno, fra i quattro di guerra ai quali ho preso parte. Io non ho raccontato che ciò che ho visto e che mi ha maggiormente colpito».
Un luogo vivo
«Tutto nasce da questa casa rurale col pavimento in terra battuta, un antico focolare al centro non più usato, una corte con la stalla, la cantina e la stanza dei cibi, e le stanze da notte e lo studio in alto», ha scritto l’antropologo Pietro Clemente. Gli spettatori, nella casa che Tommaso (fratello di Pietro) e la compagna Barbara, insieme alla piccola Eva, tengono viva con gli antichi telai che producono nuovi tessuti e altre iniziative per il presente e per il futuro della comunità, hanno ritrovato il Cavaliere dei Rossomori. Qui si continua a coltivare la sua storia.
«Tra i libri sulla Prima guerra mondiale "Un anno sull'Altipiano" di Emilio Lussu è, per me, il più bello», ha detto Mario Rigoni Stern. Nell’introduzione all’edizione Einaudi, a proposito di “Uomini contro”, la pellicola nata dal libro, ha aggiunto un ricordo: “Un giorno a Roma, dopo aver visto il film con lui e Rosi, mentre lo accompagnavo verso piazza Adriana, mi disse come seguendo un suo pensiero: tu lo sai, in guerra qualche volta abbiamo anche cantato…”.
Nel cortile di Casa Lussu, per l'originale rilettura di "Un anno sull'Altipiano", c'era anche Giovanni, il figlio di Emilio e Joyce.