Chiuso da sette anni per i lavori di restauro, l'Anfiteatro romano resta una ferita nel cuore della città, forse la più dolorosa spina nel fianco dell'amministrazione Zedda. Perché si parla di un sito unico in Sardegna che dovrebbe attirare turisti da ogni dove e invece è sempre deserto, anche se da quasi un anno è stato (si fa per dire) parzialmente riaperto.

Pagando un biglietto dal costo dimezzato - 3 euro - i visitatori possono percorrere per alcune decine di metri la passerella parallela a viale Sant'Ignazio e osservare il monumento dall'alto, godendo di una visuale appena più decente rispetto a quella esterna. E sarà così ancora per chissà quanto tempo. I lavori di restauro delle gradinate rovinate dall'umidità e dalle muffe createsi sotto la copertura in legno rimossa nella prima fase dell'intervento, non è infatti ancora iniziato. E al momento nessuno è in grado di dire quando si concluderà.

GLI ASSESSORI - "La legnaia è stata finalmente demolita - spiega l'assessore Paolo Frau - ma già si sapeva che sarebbe stato necessario un successivo intervento di recupero perché quella copertura non faceva mai asciugare l'umidità e così si è innescato un processo di sfarinamento del calcare. Di certo questa seconda fase non si poteva iniziare prima che si appurasse il grado di diradamento del monumento".

TEMPI INCERTI - L'assessora ai lavori pubblici Luisa Anna Marras entra nel dettaglio: "L'appalto complessivo è sempre quello iniziale da un milione di euro. In questo tipo di interventi si va avanti per stralci e adesso, ultimata la prima fase, è stato necessario redigere il progetto di restauro condiviso con la Soprintendenza che ha già autorizzato i lavori per la rimozione delle erbacce. I tempi? Al momento non siamo in grado di dare certezze".

IL FUTURO - Quanto al futuro dell'arena la linea della giunta Zedda è nota. "Si potrà usare anche per gli spettacoli ma con una visione diversa rispetto al passato, più rispettosa del monumento", spiega la Marras.

L'OPPOSIZIONE - Durissimo il capogruppo di Forza Italia Stefano Schirru: "È l'ennesima promessa non mantenuta - dice -, i cittadini erano convinti che i lavori fossero quasi finiti e invece scoprono che il restauro vero e proprio deve ancora iniziare".
© Riproduzione riservata