Nella Sardegna centrale è piuttosto comune, ma il colpo di scena quando si parla di archeologia è sempre possibile: un esemplare è stato ritrovato eccezionalmente anche al nuraghe Sirai, cioè sud ovest sardo. Si tratta di una faretrina votiva in bronzo in due frammenti, rinvenuta di recente all'esterno della seconda linea fortificata del Nuraghe Sirai di Carbonia

Questo pendente, che rappresenta in miniatura una faretra carina da indossare o mostrare, è una placchetta realizzata in unico pezzo: su un lato ci sono tre puntali da lancio (stiletti), sull’altro si riconosce la rappresentazione di un pugnale. L’oggetto è venuto alla luce dopo 2700 anni grazie alle campagne di scavo coordinate dall'archeologa Carla Perra: "Si può confrontare - spiega - con diverse decine di esemplari provenienti da diversi siti della Sardegna soprattutto centrale nonché dell’Etruria". La provenienza riporta prevalentemente a sepolture: in Etruria fra la fine del IX e la metà del VIII secolo avanti Cristo, a Tharros (tombe fenicie puniche sino al V secolo a.C.: ma faretre del genere sono emerse ad Abini (Teti), Antas, Villanovaforru. "La funzione simbolica della rappresentazione delle armi è preminente - prosegue l'archeologa - dato il legame fra tipologia dell’oggetto e le armi nuragiche raffigurate nei bronzetti è evidente che il loro uso è da ricondurre a una classe selezionata della società nuragica".

Il rarissimo reperto è da adesso esposto al Museo Archeologico di villa Sulcis.

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