Va a “Not Just your Picture. The Story of the Kilani Family” di Anne Paq e Dror Dayana il premio come Miglior opera in gara al festival Al Ard. “Racconta la storia di una famiglia palestinese (padre, madre e cinque figli) morta sotto i bombardamenti a Gaza, mentre altri due figli vivono in Germania, emblema della situazione della gran parte delle famiglie palestinesi disperse nel mondo”, si legge nella motivazione.

Il riconoscimento è stato consegnato ieri sera a conclusione della XIX edizione della rassegna, al Teatro Massimo di Cagliari, organizzata dall’associazione Amicizia Sardegna Palestina, con il contributo dell’assessorato allo Spettacolo e Pubblica Istruzione della Regione e patrocinata dal Comune di Cagliari.  

La giuria, composta da Monica Maurer (regista, direttore artistico del festival), Patrizia Manduchi (docente di Storia dei Paesi Islamici, Università di Cagliari), Franca Gabriella Piras (già docente di letteratura italiana, Università di Cagliari, Filippo Kalomenidis (docente e sceneggiatore), Ibrahim Nasrallah (scrittore e poeta), Wasim Dahmash (già docente di Lingua e Letteratura araba, Università di Cagliari), Antonello Zanda (direttore delle Cineteca sarda - Società Umanitaria), Almuhannad Kalthoum (regista e organizzatore del festival di Damasco), May Odeh (produttrice e regista palestinese) e Andrea Mura (regista documentarista e fondatore di un casa di produzione) ha assegnato i cinque premi scegliendo tra i 30 film in concorso, selezionati dalla commissione esaminatrice tra moltissime proposte (oltre 100) arrivate dall’Europa e da tutto il mondo arabo e non solo.  

Il Premio al miglior film sulla Palestina è andato invece a “Erasmus a Gaza”, di Chiara Avesani e Matteo Delbò (Italia, Spagna 2021) con la seguente motivazione: “Il regista descrive, attraverso immagini eloquenti, la disperazione di una madre che non sa che fine abbia fatto il figlio soldato e scopre che altri 4000 come lui sono stati inghiottiti nelle fauci dell’Isis e del governo iracheno dopo l’occupazione americana”.

Il Premio al miglior corto è stato assegnato al film “4000 Voices”, del giovane regista iracheno Sajjad Kwaish che, per aver girato il film (2020), è stato costretto all’esilio.  

Al film “Yalla” di Carlo d’Ursi il Premio al miglior documentario corto fiction assegnato dall’organizzazione del Festival.

  

Infine il Premio dell’Associazione Sardegna Palestina e il Premio del Pubblico è andato a “Sulla loro pelle” di Marika Ikonomu, Alessandro Leone, Simone Mandail.

«È stata un’edizione particolarmente seguita e partecipata, un grande successo di pubblico – dice Fawzi Ismail, presidente dell’Associazione Sardegna Palestina – segno che Al Ard Film Festival è ormai diventato un consueto appuntamento capace di accendere un faro sulle questioni riguardanti non solo la Palestina, ma anche tutti i Paesi arabi come l’Egitto, la Siria, la Libia, l’Iraq».

«Anche il Comune di Cagliari è vicino a questi argomenti, e in particolare alla questione palestinese – le prole di Edoardo Tocco, presidente del consiglio comunale, in occasione della presentazione della manifestazione -. Siamo legati da una lunga amicizia con la comunità palestinese presente in Sardegna e questo festival ne è la rappresentazione».  

Alle proiezioni si sono affiancati incontri con gli autori, dibattiti e concerti, come quello dell’artista palestinese Jowan Safadi, che ha chiuso il festival sabato sera al Teatro Massimo, e workshop, tra cui il seminario di aggiornamento per gli insegnanti delle scuole medie secondarie della Provincia di Cagliari, in collaborazione con l’associazione professionale “Proteo Fare Sapere”, che ha visto la partecipazione di numerosi insegnati e docenti dell’università di Cagliari.  Gli studenti di Cagliari, inoltre, hanno potuto far conoscere i loro lavori cinematografici a una giuria internazionale e i migliori filmati sono stati premiati nell’ambito del Festival.  

La giuria del Festival ha, inoltre, voluto assegnare una menzione speciale a: 

“Telling my Son’s Land”, di Ilaria Jovine  e Roberto Mariotti (Italia 2021); 

“Waiting for Faraj Allah”, di Nidal Badarny (Palestina 2020); 

“Eulogy for the Dead Sea”, di Polina Teif  (Canada 2022); 

“The Silent Protest, 1929 Jerusalem”, di Mahasen Nasser-Eldin (Palesina 2019). 

(Unioneonline/s.s.)

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