Prende il via martedì 21 febbraio la XIX edizione di “Al Ard Film Festival”, la rassegna cinematografica che ogni anno presenta decine di film di autori palestinesi, arabi, italiani e internazionali. L’appuntamento è al Teatro Massimo di Cagliari, con l’organizzazione dell’Associazione Culturale Amicizia Sardegna Palestina ODV, contributo finanziario della Regione Sardegna, la collaborazione dell’Università degli Studi di Cagliari e della Società Umanitaria – Cineteca Sarda, e col patrocinio del Comune di Cagliari.

Il programma è stato presentato nella sala consiliare alla presenza del presidente Edoardo Tocco; Mariangela Pedditzi dell’Associazione Culturale Amicizia Sardegna Palestina ODV; Antonello Zanda, direttore della Cineteca Umanitaria Sarda; Maria Paola Fanni, presidente della FICC; Patrizia Manduchi, docente dell’università di Cagliari; Franca Piras, già docente ed esperta del mondo arabo.

«Saranno cinque serate, dal 21 al 25 febbraio, con proiezioni, incontri con registi sardi e internazionali che anche quest’anno saranno presenti in sala, dibattiti, eventi nelle scuole e tanto altro. Le proiezioni dei film si susseguiranno tutti i giorni dalle ore 16 alle ore 22, intervallate dagli incontri con i tanti ospiti che quest’anno saranno presenti alla manifestazione – ha spiegato Mariangela Pedditzi - Abbiamo ricevuto oltre cento pellicole da 30 Paesi tra cui Italia, Libano, Giordania, Francia, Spagna, Paesi Bassi, Iraq, Germania, Regno Unito. Di queste, la Commissione esaminatrice ne ha selezionato trentuno, di cui sette saranno premiate nella serata finale».

«La Giuria del Festival è composta da esperti di cinema e registi internazionali: Monica Maurer (madrina del Festival, regista e documentarista tedesca), Andrea Mura (regista e documentarista sardo), Patrizia Manduchi (docente Università di Cagliari), Filippo Kalomenidis (scrittore e sceneggiatore), Antonello Zanda (Direttore Cineteca sarda), Franca Gabriella Piras (già docente Università di Cagliari), Wasim Dahmash (già docente palestinese Università di Cagliari e traduttore), Ibrahim Nasrallah (scrittore e poeta palestinese), Almohannad Alkhatoum (regista siriano), e May Odeh (regista e produttrice palestinese)», ha aggiunto Pedditzi.

«Il festival è una specie di termometro di tutte le questioni arabe viste con gli occhi dei registi e del cinema – ha sottolineato Antonello Zanda -. Al Ard Film Festival è ormai un festival conosciuto anche a livello internazionale grazie all’impegno costante dell’associazione».

«Le proiezioni del Festival vengono precedute sempre da incontri preparatori con gli studenti universitari sulle tematiche dei film – ha spiegato Patrizia Manduchi -. È davvero un miracolo che questo festival sia così longevo, non è scontato e spesso sono realtà boicottate».

«Abbiamo da tempo un rapporto di amicizia con la Associazione Sardegna Palestina – ha commentato Maria Paola Fanni – questi incontri con le scuole sono molto importanti per far capire davvero le ragioni».

IL PROGRAMMA – Il 21 febbraio alle 17.30 si comincia con il corto “Warsha”, della regista libanese Dania Bdeir, seguito da “The Silent Protest: 1929” della regista e ricercatrice di Gerusalemme Mahasen Nasser, docente al Dar al-Kalima University College of Arts and Culture di Betlemme, che incontrerà il pubblico al termine della proiezione.  Subito dopo sarà proiettato “Last May in Palestine” del documentarista palestinese Rabeea Eid, anche lui ospite del Festival Al Ard.

Tutte le opere selezionate parlano di realtà altrimenti invisibili, come quelle che illuminano il caso dei ragazzi egiziani che fecero la rivoluzione del 2011 e oggi sono in esilio o nelle carceri egiziane  (“Ethbet!”di Matteo Ferrarini, mercoledì 22 febbraio, ore 18.15) oppure la situazione in Libia vista dall’interno e dall’angolazione particolare di una giornalista italiana (“Tellingmy Son’s Land di Ilaria Jovine” di Roberto Mariotti, venerdì 24 febbraio ore 16); o ancora quelle ambientate in Tunisia che raccontano le lotte delle donne per l’uguaglianza (“Women Hold Up Half” the Sky di Mariam Shahine George Azar, venerdì 24 febbraio ore 19.50).

E ancora i temi palestinesi (come “Yalla” di Carlo D’Ursi, martedì 21 febbraio ore 20.20), “Not Just Your Picture -The Story of the Kilani Family” di Anne Paq e Dror Dayan, giovedì 23 febbraio ore 18.50, “Behind the Fence” di Tamara Abu Laban, mercoledì 22 febbraio ore 17).

La novità di questa edizione è la rubrica dedicata al tema della Terra (Sa Terra) che ospita registi sardi che hanno realizzato film e corti a tema: ad aprire la sezione sarà il regista Salvatore Mereu con “Bentu” il 21 febbraio alle 20.40, seguito da Alberto Diana con “Fango rosso” il  23 febbraio alle 20.15. Conclude il regista Tomaso Mannoni con “The wash” 25 febbraio alle 19.30.

Mercoledì 22 febbraio 2023, alle 8.30, torna invece il consueto l’appuntamento annuale con “Palestina in cattedra”, incontro riservato a oltre 200 studenti delle scuole medie superiori. Venerdì 23 febbraio, alle 11.30, nella sede di Antas Teatro a San Sperate, tavola rotonda tra i registi e le associazioni culturali per parlare del rapporto tra cinema e territorio dove artisti locali e registi stranieri si confronteranno sul tema del cinema oggi e della cultura a tutto tondo.

La serata finale del 25 febbraio 2023 vedrà la premiazione dei film vincitori. Sono 7 i premi che saranno assegnati nel corso della serata: miglior documentario, miglior regista emergente, miglior film sulla Palestina, miglior cortometraggio-documentario, miglior cortometraggio-fiction, il premio assegnato dal pubblico e il premio assegnato dall’associazione Sardegna Palestina che quest’anno è dedicato alla memoria di Ghassan Kanafani.

Sempre il 25 febbraio, si svolgerà il concerto “Status quo” del cantautore Jowan Safadi.

L’ingresso è libero e gratuito e non è necessario prenotare.

(Unioneonline/s.s.)

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