Studiare l'abbandono dei villaggi medievali è utile per comprendere lo spopolamento dei centri abitati non solo nell'isola ma in molte regioni europee. Questa mattina è stato inaugurato al secondo piano del Palazzo Baronale di Sorso “Biddas”, il museo dei villaggi abbandonati della Sardegna.

Un caso unico a livello nazionale: la storia e l’archeologia raccontate attraverso strumenti interattivi per favorire la conoscenza e fissare la memoria esperienziale di quanto visto, vissuto e imparato in questo spazio museale.

I visitatori, che saranno accompagnati dalle guide esperte della della Cooperativa Sarda di Archeologia Medievale, avranno l’opportunità di fare un viaggio a ritroso nel tempo per scoprire i processi caratteristici dello spopolamento dell’Isola dall’età contemporanea fino al Medioevo, attraverso la narrazione del villaggio medievale abbandonato di Geridu, l’unico in Sardegna ad essere stato scavato in estensione. Proprio a Geridu è dedicata una sala del museo, dove sono illustrati i principali risultati delle ricerche ad oggi condotte in questo villaggio, attraverso ricostruzioni ed attività che consentono al visitatore di vedere ed apprezzare direttamente i risultati di oltre 20 anni di studi.

Il sindaco di Sorso, Fabrizio Demelas, ha detto: “Biddas non è semplicemente un museo di reperti ma un luogo interattivo e dinamico, adatto ai visitatori di ogni età”.

L’archeologo Marco Milanese, docente del Dipartimento di Storia, Scienze dell'Uomo e della Formazione dell’Università di Sassari, ha aggiunto: “Non si tratta di un museo archeologico, ma è uno spazio dedicato al tema dello spopolamento, il passaggio è uscire dalle logiche strette del museo archeologico per creare un ambiente dinamico, un’esperienza che coinvolge direttamente il visitatore. Un museo che usa l’archeologia per ricostruire la Storia, con una narrazione intrisa di antropologia e sociologia, per raccontare cosa è successo nei villaggi tra il 1.300 e il 1.500, per raccontare attraverso la storia di Geridu una Storia comune a numerosi villaggi di quell’epoca”.

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