Una gradonata che collega il porto con le due stazioni marittime, terminal crociere e stazione passeggeri, ma soprattutto una struttura che conserva una ricchezza da tutelare, un patrimonio archeologico con diverse costruzioni di epoca romana.

Antiche infrastrutture portuali, pavimenti in mosaico e tracce di una rete viaria che mettevano in comunicazione lo scalo marittimo di Porto Torres con l'antica colonia romana di Turris Libisonis.

Il lockdown è finito da tempo ed anche se si ripropone il problema dei contagi, ci sono opere pubbliche che attendono di essere terminate. Invece sembra eterno lo stop sui lavori per la conservazione di quei complessi rinvenuti dalla Soprintendenza per i Beni archeologici, in particolare quelli venuti alla luce tra i moli di ponente e di levante.

"Strutture archeologiche che attualmente versano in stato di abbandono - sottolinea Franco Satta, ex tecnico della Soprintendenza - e che sono compatibili con attività economiche o artigianali funzionali al porto della città romana. Il progetto definitivo di assetto, nelle mani dell'Autorità di Sistema Portuale, prevedeva l'ampliamento e la protezione degli scavi, la riqualificazione dell'area con un prato e un sentiero per il collegamento pedonale fra il parcheggio interno al porto e via Vespucci".

Opere di primaria importanza per lo sviluppo delle attività collegate al turismo culturale e alla riqualificazione delle aree interne al porto che chiedono di essere maggiormente preservate.
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