Gli europei si stanno progressivamente disinnamorando dell’Europa. Anzi si stanno disinnamorando dell’Unione europea. La ragione a nostro avviso è molto semplice: le vicende degli ultimi anni non hanno portato ad alcuna decisione concreta per risolvere quello che è il grosso limite dell’attuale Europa unita, e cioè lo scarso peso che i cittadini hanno in ogni tipo di decisione. Un grande problema che si continua a ignorare nelle stanze dei bottoni, col risultato che ogni scelta, a livello europeo, pare all’uomo della strada calata dall’alto, dopo essere elaborata in segrete stanze del potere, economico e politico.

Un’impressione corroborata dal fatto che a decidere quasi tutto sono le varie commissioni a Strasburgo o a Bruxelles oppure organismi tecnici come la BCE mentre il Parlamento europeo, i cui membri sono eletti dai cittadini, ha poteri troppo limitati. Un grottesco e tragico deficit di democrazia proprio in quell’Unione che vuole presentarsi baluardo dei principi democratici. A livello di istituzioni europee, però, si continua a liquidare ogni segnale di disagio, ogni protesta e dissenso con superficialità, parlando di populismo, di antieuropeismo o di egoistici interessi di parte. Ci si comporta come struzzi e non si guarda in faccia il problema, per l’eccessiva paura che ascoltare la voce dei cittadini e metterli in condizione di decidere faccia saltare i delicati meccanismi che tengono assieme l’Unione. O peggio, si fa orecchio da mercante perchè dietro certi meccanismi antidemocratici ci sono enormi interessi di gruppi di potere economico e politico.

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

Il volume Ursula Gates (Guerini e Associati, 2025,  pp. 356, anche e-book) parla proprio delle tematiche che abbiamo adombrato in precedenza: potere delle lobby, mancanza di democrazia e assenza di trasparenza all’interno delle istituzioni che governano l’Europa. Al vertice di tutto, Ursula von der Leyen, inossidabile e intoccabile presidente della Commissione europea dal 2019.

Ma partiamo dall’inizio, cioè dal 5 aprile 2023. A Liegi viene depositata una denuncia penale senza precedenti: nel mirino c’è proprio Ursula von der Leyen. Corruzione, abuso di potere, distruzione di documenti: queste le accuse legate alla trattativa segreta, condotta via sms, con l’amministratore delegato dell’azienda farmaceutica Pfizer, Albert Bourla. Sul piatto, contratti miliardari e il diritto dei cittadini europei alla trasparenza.
Da qui prende avvio l’«SMSgate», un caso che ha scosso le istituzioni europee e messo a nudo i meccanismi perlomeno opachi nella gestione della crisi Covid. Meccanismi che l’autore del libro, l’ex lobbista Frédéric Baldan racconta partendo dalla sua esperienza diretta nei gangli delle istituzioni europee. Come scrive Marcello Goa nell’introduzione al volume, Ursula Gates è “non un pamphlet, né semplicemente l’ennesimo saggio di denuncia ma molto di più: una testimonianza di straordinario coraggio e decisamente rara. Il lobbista Baldan denuncia innanzitutto il lato oscuro del mondo con cui ha convissuto per molti anni, quello delle lobby più potenti e che si dipana fra istituzioni nazionali e soprattutto internazionali. E lo fa con una precisione straordinaria, documentando tutte le sue affermazioni e le sue deduzioni”.
In questo libro, Frédéric Baldan, infatti, racconta la sua vicenda in prima persona e porta alla luce ciò che rimane nascosto: partendo dalla vera storia della von der Leyen, svela le lobby che plasmano le decisioni politiche e i conflitti di interesse che minano la fiducia democratica, smaschera una giustizia (europea) succube del potere politico.
L’inchiesta, documentata e coraggiosa, pone dei quesiti che fanno emergere il male oscuro che offusca la credibilità dell’Unione europea: quali interessi prevalgono sui diritti fondamentali dei cittadini? Perché proprio i cittadini non hanno alcuna voce in decisioni che li riguardano tanto da vicino? E soprattutto: come possiamo recuperare il controllo delle nostre vite? Una prima risposta ci viene quasi automatica: ricordando che non c’è niente di più profondamente “europeo” di valori come la democrazia, la libertà e il rispetto dell’individuo.

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