Baratili, passeggini vuoti contro la carenza di pediatri: «Noi genitori lasciati soli»
La protesta in occasione di un incontro tra i sindaci e i vertici della Asl: «Bandi sempre aperti, ma nessuno partecipa»Sopra ogni passeggino, una cinquantina, frasi forti: "Senza cura l’infanzia si spegne”, "Un paese vivo ha bambini protetti", "Dove non nascono bambini il paese muore”.
Un’immagine forte, un’azione voluta dai tantissimi genitori di bambini senza pediatra da mesi e che oggi hanno deciso di alzare la voce, stanchi di affollare il pronto soccorso del San Martino di Oristano anche per una semplice febbre. Stanchi di essere lasciati soli.
La manifestazione, durante la quale è stata anche avviata una raccolta firme da inviare ai sindaci del territorio, alla Asl e al prefetto, non è stata organizzata oggi per caso: a Baratili, alle 12, si sono riuniti i sindaci del Distretto sanitario di Oristano e i vertici della Asl proprio per affrontare i problemi legati alla carenza di pediatri.
La protesta (Foto Sara Pinna)
Durante il vertice è emerso un dato che fa riflettere: l'ultima pediatra arrivata ad Oristano, Gaia Serrau, lo scorso primo dicembre, che assiste solo i bambini che fanno parte dell'ambito uno (Oristano, Palmas Arborea, Santa Giusta, Siamanna, Siapiccia, Simaxis e Villaurbana) ha ancora 600 posti disponibili.
Un paradosso che ha fatto arrabbiare ancora di più i tantissimi genitori presenti. Alessio Fanari, padre e organizzatore della manifestazione, si è rivolto ai sindaci, prima dell'inizio del loro vertice: «Siamo qui perché ci sentiamo abbandonati. Mi preme ricordarvi che il pronto soccorso pediatrico ad Oristano, non esiste. Quello che abbiamo è un reparto pediatrico, con altre funzioni, che cerca di porsi in maniera proattiva a supporto, per offrire una minima risposta. Ma non può essere questa la strada. Chiediamo che ogni Comune approvi in Giunta una delibera ufficiale, indirizzata al Prefetto e agli organi politici regionali, per far si che l’emergenza finisca. Voi non siete spettatori, siete Autorità Sanitarie locali. Se non userete i vostri poteri, la responsabilità dell’emergenza cadrà su di noi, sui nostri figli e sul futuro dei nostri paesi».
La protesta (Foto Sara Pinna)
I sindaci però non accettano di avere il dito puntato contro. ll primo cittadino di Bauladu, Ignazio Zara: «La situazione è seria, ma il problema non deve essere scaricato ai sindaci». Il primo cittadino di Solarussa Mario Tendas: «Non siamo il capro espiatorio».
Il commissario straordinario della Asl Federico Argiolas: «L'emergenza c’è, inutile negarlo. Ma è anche vero che noi abbiamo tentato diverse strade. Non c’è stata ad esempio una grossa disponibilità per fare Ascot pediatrici. Come è anche giusto ricordare che i bandi sono sempre aperti ma nessuno partecipa. Forse anche alla luce del fatto che in città gli affitti sono cari. Stiamo cercando di organizzare inoltre le case della comunità dove sarà prevista la figura del pediatra». Argiolas ha promesso infine che cercherà di capire se la dottoressa Serrau potrà prendersi cura anche dei bambini che fanno parte dell'ambito due.
Il vertice tra sindaci e dirigenti Asl (Foto Sara Pinna)