"Cara Unione,

scrivo riallacciandomi alla 'lettera del giorno' pubblicata online dal titolo "Cani in spiaggia, io dico no", su cui ho molto da obiettare.

Partiamo dal presupposto che le spiagge sono un ambiente naturale, nel quale abbiamo già abbastanza limiti, e ciò 'grazie' all'essere umano.

I cani, come noi, hanno bisogno di svagarsi e divertirsi e in questo è compreso il portarli al mare, certo nel rispetto dell'educazione che deve essere data dal padrone.

Io proporrei, più che una norma che vieta ai cani di andare in spiaggia, una legge che implichi carcere a chi ruba la sabbia dalla nostra terra, a chi lascia sporcizia, plastica e cicche di sigaretta abbandonate in spiaggia, a chi si porta via conchiglie e stelle marine; insomma tutto ciò che in qualche modo può danneggiare l'habitat naturale.

Al giorno d'oggi, nel 2019, ci rimangono pochi anni per salvaguardare l'ambiente. E a questo punto mi chiedo: le spiagge sono state rovinate portandoci i cani o a causa degli esseri umani? Perché le feci di un cane, se dimenticate, possono fare concime...ma la plastica, le sigarette, i cotton fioc e quant'altro hanno rovinato il nostro mondo e oggi ne subiamo le conseguenze, comprese quelle climatiche.

Grazie per l'attenzione".

Adriana Sardu

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