«Cara Unione,

ho avuto modo di leggere di recente quanto pubblicato nel 2022 sulla legge regionale per la promozione delle aree di sosta camper in Sardegna.

Peccato che nella realtà, dopo l'emergenza Covid, quando per ovvi motivi il turismo itinerante e senza assembramenti era ben visto e accolto ovunque, la situazione sia radicalmente cambiata. E specialmente in Sardegna stiamo assistendo ora ad una vera e propria “guerra” non dichiarata ai camperisti.

Aree sosta chiuse, impossibilità di fermarsi per la notte nei parcheggi, costi esorbitanti per le poche aree sosta ancora aperte e gestite dai comuni e senza nessun servizio.

Vorrei anche segnalare che i campeggi stanno diventando sempre più "villaggi” o “glamping”, con costi da albergo senza averne la stessa qualità. Vengono cosi sacrificati gli spazi per il vero campeggio, quello che lascia dietro di sé gli spazi intatti e non le costruzioni selvagge che purtroppo per essere usate due o tre mesi all'anno hanno deturpato interi tratti di costa .

Mi dispiace vedere come è stata ridotta la Sardegna in particolare, ma in generale tutte le coste italiane.

È dal 1974 che vengo per le vacanze in Sardegna, ma troppi luoghi che ho amato ormai, purtroppo, non esistono più.

Se sono i turisti ricchi quelli che comprano le case o pretendono di distruggere spiagge meravigliose per fare porti o altro bene, ma non credo che trasformare tutta la Sardegna in una esclusiva "Costa Smeralda" giovi economicamente a lungo andare: a tutto c'è un limite.

Saluti, con profonda tristezza».

Gabriella Pippi

PS: In una lettera di un lettore, i camperisti venivano anche accusati di lasciare i rifiuti sulla 131. Da parte mia, non voglio certo dire che tutti i camperisti siano persone civili e rispettose, ma io abito in un piccolo paese dove non ci sono camperisti e le nostre strade sono costantemente piene di rifiuti abbandonati che i volontari e i comuni devono rimuovere.

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