"Gentile redazione,

voglio raccontare la mia esperienza personale nella speranza che qualcuno mi ascolti e dia voce a me e a tanti giovani nella mia stessa situazione.

Sono una bambina - ora ho 29 anni - quando mi chiedono cosa voglio fare da grande, io rispondo sempre allo stesso modo mentre mi perdo tra cartoni e fiction di scuola di polizia... Termino le scuole dell'obbligo e dopo aver conseguito l'esame di primo grado con un notevole punteggio, non riesco a continuare i miei studi per motivi personali che avrò il piacere di raccontare a chiunque me lo chieda senza esclusione di colpi, ma non sto qui a polemizzare perché si deve parlare di un qualcosa di più importante...

Anno 2007: compio i miei 18 anni, il mio sogno di entrare nelle forze dell'ordine svanisce perché "povera, non rientri nel limite di altezza" (per pochissimi centimetri) imposto da qualcuno che probabilmente non si è mai posto problema alcuno di annientare in un colpo solo sogni di tanti ragazzi...

Così continuo a lavorare, lavoro nero, lavoro nero, lavoro nero, giorno e notte, perché purtroppo nella nostra incantevole Italia ridotta alla miseria per una politica indecente avuta in passato, questa era l'unica alternativa, altrimenti o te ne stai a casa a morire di fame o te ne vai a chiedere l'elemosina, e mentre lavoravo parlando di ambizioni perse e sogni sfumati fantasticavo sull'uscita di un bando di concorso che potesse abolire il limite di altezza, e perché no, anche quello di età (sogno), sognavo di poter partecipare anche in una missione volontaria all'estero per poter aiutare, e per sentirmi utile e non inutile come una macchina da sfruttamento.

2015: un giorno mentre lavoro come sempre, leggo su Facebook delle notizie relative dell'uscita di un fantomatico bando nella Polizia di Stato, di una probabile abolizione del limite di età e soprattutto di altezza, i miei occhi si illuminano, il mio sogno forse (anche solo di poter partecipare, di avere una chance) sta per realizzarsi, e quindi vado a iscrivermi in un istituto paritario per poter partecipare e prendere questo pezzo di carta che non ti permette di aprir bocca se non ce l'hai (credendo comunque che l'esperienza che ti insegna la vita non te la può insegnare nessun istituto al mondo, anche se io do tanta voce e credo nell'istruzione e nella cultura, perché oggi la società ci vuole ignorati per ignorare tante cose).

Prendo il mio diploma sudato tra lavoro, studio, e notti in bianco.

2017: uscita del bando, lascio il lavoro e inizio a studiare, studio come una matta, un'estate sui libri perché per me è più importante senza dubbio studiare, il 30 agosto vado a fare il test, ansia, stress, paura, emozioni e chi più ne ha più ne metta, per la mia unica prima volta e faccio 9,000 su 10,000.

Inizia a scorrere la graduatoria e vengono chiamate le persone dal 10,000 al 9,625.Sto aspettando da più di un anno un risvolto, che la graduatoria si smuova e che inizi a scendere, e oggi cosa c'è di nuovo? Che un qualcuno vuole rimettere il limite dell'età nel "mio" concorso, nel concorso che tanti ragazzi come me hanno sognato, desiderato, lottato e sputato sangue per poter partecipare?

Se ci sarà quel qualcuno che vuole tagliarmi le gambe, vuole tagliarci le gambe, e parlo a nome di tutti i ragazzi come me che hanno avuto la mia stessa sorte, io dico, urlo, solo una parola: "Vergogna".

Parlo da figlia, da sorella di questi signori che dall'alto della poltrona sparano sentenze, ammazzano la vita di noi giovani non facendoci vivere come meritiamo, noi diciamo basta, lotteremo con le unghie e con i denti, ci faremo sentire dove non si ode suono, perché chi ha lavorato e lavora onestamente merita di poter crederci ancora, amo la mia Patria, amo la mia terra, e amo la divisa, spero e confido in questo governo per dar voce a noi giovani, confido in questo governo per l'aiuto che può darci, un governo che ho sempre appoggiato dall'inizio perché molto vicino al popolo. Portate l'onore della mia Patria in alto, fateci sentire fieri e soprattutto restituiteci il nostro sogno, non fateci morire con il cuore e una sogno spezzata.

Viva l'Italia, la mia bella Italia".

A.M. - Salerno

Potete inviare le vostre lettere e segnalazioni a redazioneweb@unionesarda.it specificando il vostro nome e cognome e un riferimento telefonico. Nell'oggetto dell'email chiediamo di inserire la dicitura #CaraUnione.

(La redazione si limita a dar voce ai cittadini che denunciano disservizi o anomalie e non necessariamente ne condivide il contenuto)
© Riproduzione riservata