Pubblichiamo la lettera di una cittadina indignata per come funziona la sanità in Sardegna, passata da un pronto soccorso a un altro, 12 ore nel primo, 9 ore nel secondo, che si chiede come sia possibile che la prima data utile per una visita neurochirurgica vada a settembre del 2019.

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"Cara Redazione,

le ho provate tutte per trovare una soluzione ai problemi di mio marito, da un mese inchiodato a letto senza la prospettiva di una soluzione grazie alla nostra (mala)sanità.

In questo periodo abbiamo speso 2000 euro in Risonanze magnetiche, visite specialistiche, acquisto di apparecchiature magnetiche contro il dolore, camera iperbarica. Ma finora abbiamo ricevuto solo ipotesi di diagnosi, tutte diverse da uno specialista all'altro, e nulla di fatto per una soluzione. A un certo punto il medico di famiglia gli ha prescritto una visita dal neurochirurgo e ho prenotato al Brotzu: prima disponibilità 4 settembre 2019. Non sto sbagliando: mio marito dovrebbe aspettare il 2019 per lenire i suoi dolori e sapere da cosa siano causati.

Io stessa non ho creduto alle mie orecchie e ho chiamato il servizio Reclami dell'ospedale, ma la dirigente - molto gentile comprensiva e disponibile - non ha potuto far altro che confermarmi che la prima data disponibile è proprio quella.

Non so spiegare quanto sia indignata, disgustata e offesa da questo sistema che non garantisce neppure il diritto alla salute dei cittadini. Perché di un sistema malato si tratta.

Sabato scorso siamo stati 12 ore al Pronto Soccorso del Brotzu, con mio marito sdraiato su tre sedie, tra disagi e dolori lancinanti. Siamo andati al Marino e ci è andata meglio: 9 ore di attesa prima di essere visto.

Ma si rendono conto questi manager della Salute che un paziente non può perdere la propria dignità fra trafile e attese e disagi di ogni genere? No, non si rendono conto perché loro devono pensare a risparmiare, perché più risparmiano più il loro lauto stipendio sarà garantito. Ma è giusto che lo facciano sulla pelle delle persone?

Persone che pagano le tasse e le hanno pagate per una vita, come mio marito che è un artigiano ed è ben felice di aver pagato le tasse sperando che sarebbero tornate almeno in piccolissima parte sotto forma di servizi. Come quello di una visita urgente. E invece come tornano? Con una visita specialistica col neurochirurgo tra 19 mesi?

Hanno cercato di farmi credere che per un cavillo non è stato possibile avere la prenotazione immediata: il medico di famiglia non ha scritto sulla ricetta URGENTE. C'era bisogno di dire che era urgente con tutte le visite e le terapie fatte a pagamento in quest'ultimo mese?

Il risvolto positivo è che a pagamento - perché per la salute di mio marito impiegherò fino all'ultimo euro - quella visita potremo farla il 5 marzo, fra 3 giorni. Guarda caso in intramoenia ci sono un sacco di medici disponibili in ospedale. Ma non col servizio sanitario.

Denuncio tutto questo non solo per noi, ma per chissà quante altre persone vittime di questo sistema come ora lo siamo noi. E lo denuncio a viso aperto rivolgendomi alla stampa e compiendo un'azione che è l'unica arma che rimane a noi cittadini e che voglio anticipare in pubblico, in modo che si sappia quando troveranno la mia protesta scritta sulla scheda elettorale di un seggio di Selargius. Quella scheda è la mia scheda, la mia protesta, la mia indignazione".

Franca Conti (Selargius)

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