Pubblichiamo oggi la testimonianza di un lettore su come, in Finlandia, tutti i cittadini si rimboccano le maniche per far fronte alle ingenti nevicate.

Senza "sbraitare contro le amministrazioni", e senza alcun preconcetto politico ed ideologico.

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"Cara Redazione,

questa è una consuetudine nelle latitudini dove risiedo e dura per tutto l'inverno, da novembre a marzo/aprile. Bestioni chiamati spazzaneve che fanno parte della quotidianità liberano strade, marciapiedi, piste ciclabili, aree pubbliche, dalla neve e dal ghiaccio.

Tutto normale, se non ci fosse un piccolo particolare: dopo il transito, si formano ovviamente le 'montagnole' ai lati, spesso molto alte quando le nevicate sono abbondanti; ebbene, sono le 'persone' come me che con tutti gli attrezzi necessari entrano in azione per liberare le entrate di case, garage, giardini e quant'altro renda necessario il ripristino della normale attività. Qui, a differenza di quanto avviene in Italia e quindi anche in Sardegna, non si urlano frasi come 'ci hanno lasciati soli', 'ci hanno abbandonati', alla prima difficoltà reale o presunta. Ci sono i volontari, specie giovani ragazzi e ragazze, pronti ad entrare in azione in caso di necessità. Non si sbraita contro l'amministrazione comunale, come in Sardegna, quando naturalmente il Sindaco è un avversario ideologico.

Ai sindaci sardi di piccoli comuni (sempre gli stessi), in particolare, che protestano dopo una nevicata, dico: venite qui ad osservare come ci si organizza, si formano gruppi di volontari, dopo abbondanti precipitazioni, sarebbe per voi un'utile esperienza.

Mi piacerebbe osservare come reagirebbe l'opinione pubblica se anche in Sardegna ci fosse questa situazione. Credo che l'Isola rimarrebbe paralizzata sopratutto perché le persone comuni starebbero con le braccia conserte senza far nulla, pronte solo a vomitare la rabbia verso l'amministrazione a loro avversa.

Per ultimo: nella mia cittadina posso dire che il Sindaco lavora benissimo; non so, e non mi importa nulla, a quale partito lui appartenga.

In Sardegna non è così, purtroppo, perché la contrapposizione ideologica costituisce una malattia sociale".

Mario Sconamila (Finlandia)

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