Pubblichiamo oggi la riflessione di un lettore circa l'incredibile successo dei bitcoin, che in pochi anni hanno raggiunto valori da capogiro. Una "criptovaluta", secondo il lettore, su cui si sa ancora molto poco, e che non ha adeguate regolamentazioni. L'augurio è che non esploda un'altra bolla, con conseguenze pronte a ricadere sull'economia reale.

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"Gentile redazione,

il 22 maggio di sette anni fa Laszlo Hanyecz, informatico, chiese due pizze capricciose, se le fece portare a casa e le pagò 10mila bitcoin. Fu la prima transazione nell'economia reale avvenuta con moneta virtuale.

Oggi quei diecimila bitcoin valgono ottanta milioni di dollari. Una criptovaluta di cui non si conosce pressoché nulla, che non ha una banca centrale di riferimento né un sistema che la regoli. E che mi fa prevedere grossi guai, se è vero che le criptovalute vengono oggi sdoganate dopo essere state le monete dei traffici del cosiddetto dark web, laddove si intrecciano i peggiori affari mondiali fra traffico di armi, droga, pedofilia e quant'altro.

La mia domanda è dunque come questi bitcoin possano durare senza che esploda un'altra bolla, seppur la speranza sia - ovviamente - che ciò non accada. Perché la storia, anche recente, ci insegna che le conseguenze sarebbero pronte a ricadere sull'economia reale e su tutti noi".

Stefano Spezziga - Sassari

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