Pubblichiamo oggi la lettera di un volontario del 118. Un appello a prestare maggiore attenzione ai nostri giovani e all'uso, spesso incosciente, di alcol, cannabis e droghe.

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"Gentile redazione,

sono un volontario del 118 in servizio, molto spesso, nel cuore della notte.

Mi capita, purtroppo e con sempre maggiore frequenza, di raccogliere giovani che hanno bevuto sino ad ubriacarsi, sino a svenire, perdere i sensi e vomitarsi addosso.

Giovani belli, vigorosi, colti, dotati di telefonini e tecnologia sempre a portata di mano.

E giovani che, anche per questo motivo, della vita dovrebbero sapere già molto, o comunque molto di più di quanto io, che di loro potrei essere il padre, alla loro età conoscevo o potevo conoscere.

Eppure, pare che ai nostri figli e nipoti di queste cose non importi nulla. E quando corro a soccorrerli ubriachi, incoscienti e vuoti di qualsiasi dignità, vengo circondato dai loro amici che mi fumano intorno con l’aria di donne e uomini vissuti, come se nulla di grave fosse accaduto.

Tra l’altro, mentre l’ambulanza del 118 deve prendersi cura di questi ubriachi, c’è magari qualcuno, dall’altra parte della città, che potrebbe avere un infarto e dover attendere soccorsi da chissà dove.

Ecco, io credo che sia ora che ciascuno di noi prenda coscienza di una situazione che a mio avviso peggiora di giorno in giorno, e provi a fare qualche cosa. A partire dalle scuole, dove forse una sensibilizzazione maggiore verso gli effetti dell’uso di alcol, cannabis e droghe sin dalla più giovane età non guasterebbe.

Sono davvero stufo di raccogliere i corpi "vuoti" dei nostri ragazzi, e sono stufo di vedere un’intera generazione che si spegne nella disattenzione generale".

R. N. - Cagliari

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