"Cara Unione,

ho saputo della donna uccisa dal marito quasi in diretta, dato che io abito nel Nuorese e le cattive notizie corrono più delle belle notizie.

Innutile dire che siamo tutti sconvolti, ma io mi chiedo soprattutto cosa passi nella mente di una persona che ne uccide un'altra. Che valore può dare alla propria vita un uomo che sopprime quella di un altro essere umano.

Ma ancor più me lo chiedo quando l'assassino è un ex marito che, solo perché è stato lasciato, pianifica la distruzione della persona con la quale ha convissuto per anni, e una (brutta) mattina si presenta con la pistola in pugno e la fredda davanti alla porta di casa.

Come ha potuto trovare il coraggio per farlo? L'avrà guardata negli occhi?, le avrà detto qualcosa?, e chissà che sguardo di terrore negli occhi di quella povera donna mentre cadeva in un lago di sangue.

Lui non sopportava che avesse un altro compagno, e infatti ha sparato anche a lui. Si è detto che l'ha fatto perché "lei era felice" e lui no. Si può ammazzare per questo? Speriamo che non entrino in ballo le perizie psichiatriche che lo danno per malato di mente o depresso perché, questo sì, sarebbe insopportabile per i famigliari della vittima e per tutta la collettività.

Ci aspettiamo invece che la giustizia sia giusta davvero, e non rimetta in libertà un assassino come se avesse ucciso una formica. Non devono esserci attenuanti davanti alla certezza della colpevolezza di quest'uomo, tra l'altro in divisa, e la sua confessione dà questa certezza".

Giovanna G. - Nuoro

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