"Cara Unione,

scrivo per proporre tre piccole idee capaci forse di dare maggior visibilità a Cagliari (e alla Sardegna) di quanto non avvenga oggi.

1) La crisi del settore fieristico, che negli ultimi anni ha inferto un colpo quasi mortale alla Fiera internazionale della Sardegna, sembra non riguardare tutti gli eventi di questo tipo. Ad esempio a Bari la Fiera del Levante sembra non conoscere affatto i medesimi problemi ed ogni anno la sua apertura, quasi sempre inaugurata dal Presidente della Repubblica, continua ad essere celebrata anche da giornali e telegiornali nazionali. Se l'impostazione che finora è stata data alla manifestazione cagliaritana non è evidentemente più praticabile, una soluzione alternativa potrebbe essere proprio quella suggeritaci dai nostri amici pugliesi. Infatti, se la Fiera del Levante è per vocazione aperta alle attività artigianali, imprenditoriali, commerciali (e culturali) dei Paesi Balcanici ed Europa orientale in genere, oltre che Anatolia, Medio oriente etc... una Fiera internazionale della Sardegna trasformata in Fiera di Ponente (o Fiera dell'Occidente o del Mediterraneo Occidentale), potrebbe fare altrettanto offrendo una vetrina per le medesime attività di Gibilterra, Andalucia, Murcia, Valencia, Catalogna con Barcellona (e cioè Spagna orientale), Occitania con Tolosa, Tolone e Marsiglia (cioè Francia Meridionale), Monaco, Liguria, parte della Toscana, Corsica, Baleari, offrendo qualche spazio anche ai nostri dirimpettai Nord-Africani di Tunisia, Algeria e Marocco. Un'idea che merita di essere adeguatamente approfondita ed eventualmente presa in considerazione per garantire un futuro meno incerto a quella che era un tempo uno dei maggiori fiori all'occhiello dell'isola.

2) Una ventina d'anni fa, ai tempi di Video on line (primo internet service provider italiano) e dell'Unione Sarda divenuta il secondo quotidiano al mondo dopo il Washington Post ad avere una versione su internet, Nicola Grauso, che di tutte queste esperienze fu l'artefice, ebbe anche un'altra intuizione troppo presto dimenticata: invitò alcuni tra i principali protagonisti del mondo della politica e della storia, della tecnologia e della filosofia (tra cui Mikhail Gorbachev, il guru dell'informatica Nicholas Negroponte e il filosofo due volte candidato premio Nobel per la pace, Ervin Lazlo) ad una conferenza/simposio oche ebbe luogo alla fiera di Cagliari. Vi si parlò del futuro dell'umanità di lì a qualche decennio o a qualche secolo.

Un'esperienza che ricorda molto da vicino gli incontri di Erice (in Sicilia), che ogni anno riuniscono scienziati di fama mondiale convocati da Antonino Zichichi e dalla fondazione Ettore Majorana da lui diretta.

Fu un evento di grande portata e prestigio per la città, che ci si augurava sarebbe diventato un appuntamento fisso ma che invece non fu mai più ripreso, né da Grauso né da alcuna istituzione pubblica (come il Comune di Cagliari) o privata (come la Fondazione del Banco di Sardegna). Una delle tante occasioni ghiotte per la città troppo frettolosamente messe da parte. Niente però ci impedisce di riprendere il filo con quella bella esperienza. Perché non pensarci? Cagliari ha bisogno come il pane di visibilità internazionale. Riflettiamoci e valutiamo insieme se ne vale la pena. A nostro avviso la risposta è affermativa.

3) Nelle ultime settimane è stata al centro dell'attenzione politica e mediatica globale Greta Thumberg (la ragazzina sedicenne svedese promotrice dello sciopero per il clima) e, insieme a lei, milioni di giovanissimi che in tutto il mondo, città e paesi della Sardegna inclusi, hanno manifestato per chiedere ai politici dei loro Paesi di impegnarsi attivamente affinché il fenomeno del riscaldamento atmosferico, generato dalle attività umane, sia frenato e possibilmente bloccato. Ora, le valutazioni sull'attendibilità di tali tesi non sono di nostra pertinenza e le lasciamo tranquillamente agli esperti. Ma è proprio qui che viene il bello: alcuni giorni fa 500 tra scienziati ed esperti di clima hanno indirizzato al segretario generale dell'ONU una "lettera contro l'allarmismo climatico". All'interno di questa lettera c'è un passaggio che colpisce particolarmente ed è il seguente: 'Vi invitiamo inoltre a organizzare con noi all'inizio del 2020 un incontro costruttivo di alto livello tra scienziati di fama mondiale di entrambe le parti del dibattito sul clima'. L'idea che viene in mente è quella di cogliere la palla al balzo, anticipare tutti gli altri e fare in modo che siano le istituzioni cittadine e quelle della RAS ad attivarsi per prime perché tale meeting abbia luogo a Cagliari (o se si deciderà altrimenti, in un'altra località sarda).

Qualora l'iniziativa di questi scienziati dovesse concretizzarsi e la nostra candidatura avere successo la Sardegna si ritroverebbe al centro dell'attenzione globale per svariati giorni.

Un'occasione che sarebbe opportuno non lasciarsi sfuggire, e bene sarebbe agire per tempo dato che si parla dell'inizio del 2020.

Alessandro Dessì - Cagliari

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