«Cara Unione,

leggo con vivo piacere la controversia fra la richiesta (fame) di immobili in locazione e quello che il mercato offre.

Concordo sul fatto che gli affitti sono alti in città, ma tutti dimenticano le varietà di contratti di locazione che possono essere stipulati, i quali vanno incontro alle esigenze del cittadino locatore e del cittadino conduttore.

Non si può fare carico il Comune di costi che sono di pertinenza di privati, salvo i bonus abitativi di stato e visto la condizione delle case di tipo popolare che, riscattate, sono un mercato ricco per pochi mentre dovrebbero rimanere sempre di proprietà di chi costruisce e che può rilocarle secondo canoni ben precisi di costo e di conduzione.

Sono molteplici ma sono anche tanti quelli che non vogliono provvedervi, forse perché ritengono che non siano remunerativi oppure complessi da gestire nel corso del tempo: non è così! Basta pensare che le somme richiamate nell’ultimo intervento sono distanti dalla realtà, in quanto il condominio ricade sul conduttore, le manutenzioni sono da ripartire secondo canoni civilistici fra proprietà e conduttore, altre somme sono di stretta pertinenza della proprietà ma tante in capo a chi è inquilino.

Se si cerca di ottenere remunerazione dallo strumento immobiliare, i tempi sono diversi rispetto a 20/30 anni fa, con lo Stato che vuole essere remunerato ma nel contempo concede dei benefici di legge, da utilizzare.

Se non va bene il mattone esistono altre forme di investimento, ben remunerate.

Un cordiale saluto».

P.M. – Cagliari

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