"Cara Unione,

sono un ragazzo di 22 anni, e ovviamente disoccupato, verrebbe da dire. Perché quello che ormai tristemente penso, è che nel mondo del lavoro della Sardegna di oggi, senza raccomandazione nessuno ti fa lavorare.

Per vari motivi personali e di salute non ho potuto continuare gli studi, ma in ogni caso amo il lavoro manuale. Quando mi è stata data la possibilità, unicamente due volte con due tirocini regionali in dei supermercati, mi sono impegnato molto e ho cercato di dare tanto sul lavoro, ma ogni volta vedo applicare il criterio dell''avanti, il prossimo'.

Durante questi tirocini mi ha appassionato molto il mestiere del macellaio, tant'è che mi sareppe piaciuto fare un corso sul taglio e sulla lavorazione delle carni; purtroppo, però, non posso permettermelo.

Quando ho sentito dei nuovi Voucher Formativi TVB offerti dalla Regione Sardegna sono rimasto entusiasta, poiché ero convinto che ciò mi avrebbe dato la possibilità di potenziare le mie competenze e presentarmi alle aziende con un qualcosa in più.

Quando ho visto l'elenco dei percorsi, ahimè, l'entusiasmo è svanito in un secondo. I corsi offerti a noi giovani dai 18 ai 29 anni sono solo una settantina, a differenza di quelli offerti alle persone dai 35 ai 54 anni che sono quasi duecento. Offerti a persone che probabilmente sanno già svolgere un mestiere e che, a differenza di noi giovani, non hanno bisogno di imparare, ma piuttosto di lavorare.

L'unico corso sulla lavorazione delle carni offerto alla mia fascia si svolge a Samassi, lontanissimo dalla provincia di Cagliari in cui vivo io. Su quale assurdo criterio si basa la Regione creando una disparità di numeri così elevata e riducendo così drasticamente l'opportunità ai giovani di formarsi e successivamente di cercare un lavoro?.

Grazie dell'attenzione".

D. C. - Cagliari

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