L a guerra in Europa ha focalizzato su di sé l’attenzione dei mezzi d’informazione. Persino la pandemia è stata declassata a notizia di semplice aggiornamento. Le accese dispute che infiammavano i salotti televisivi sembrano ora fisime di intellettuali noiosi e litigiosi. La guerra annulla tutto. Se però desiderate un’evasione da bombe, missili e stragi andate a rovistare tra le vaghezze del web. Troverete, tra altre amenità, una notizia sospesa tra leggiadria e peccato: mentre i carri armati russi entravano in Ucraina Ellen Van Dijk, campionessa mondiale di ciclismo, dopo avere vinto in Olanda la sua ennesima corsa, riceveva in premio non una coppa ma un “sex toy”. Ossia, detto in chiaro, un giocattolo sessuale. Un oggetto che si usa per stimolazioni o giochi erotici, un accessorio che provoca o aumenta il piacere. Nello specifico il “pacchetto premio” conteneva un vibratore, le carte per giocare al Kamasutra e sex-ammennicoli vari. «Accetto consigli per come usarli» ha detto con un sorriso la campionessa. «Una cosa surreale», ha commentato criticamente il sindacato mondiale dei ciclisti e delle cicliste. A noi, disincantati e poco surrealisti, invece piace, in questo fosco momento, il pruriginoso messaggio inviato attraverso il “sex toy”. Che è stimolante: fate l’amore, non fate la guerra.

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