Ce la fanno pagare
Caffè Scorretto
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C i costa il 3 per cento del Pil dell’Unione europea. Non è una tassa, ma un calcio negli stinchi alle donne che lavorano: il “gender gap” (divario di genere) fa sì che, nello stesso luogo di lavoro, un uomo sia retribuito il 13% in più della donna pari grado. Una palese ingiustizia, figlia dell’opacità salariale: nulla so della retribuzione del mio compagno di scrivania e viceversa.
Come abbattere il maschilismo retributivo? Una direttiva Ue che sarà in vigore dal 7 giugno 2026, taglia la testa al toro: abolisce il segreto sulle buste paga, tutti potranno sapere quanto guadagniamo. Ma continueremo a non sapere quanto percepisce ciascun imprenditore o libero professionista, perché nemmeno il Fisco lo sa: l’azienda certifica per gli stipendiati, il libero professionista dichiara a piacimento.
Un’ingiustizia per volta, dice l’Ue. I lavoratori avranno il diritto di ricevere informazioni chiare su retribuzioni individuali e medie, suddivise per genere. Il datore di lavoro dovrà essere preciso, e non potrà più vietare al lavoratore di divulgare la propria paga. Un’operazione trasparenza che comporta un piccolo sacrificio sulla privacy.
Tra un anno, tanti auguri agli imprenditori che pagano le donne meno degli uomini. Perché sarà palese, e l’efficacia della protesta “gender gap” sarà decisa e costante. Come una donna.