Sull’antica pista
Caffè Scorretto
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S arà colpa del programma ministeriale, che all’inizio di ogni ciclo scolastico ci ripeteva che in principio eravamo nomadi e pastori, poi siamo diventati sedentari e contadini (e solo a quel punto via con tutto il resto: i caratteri cuneiformi, le triremi, Romolo Augustolo, il feudalesimo, la scoperta dell’America e uno sparo a Sarajevo). O magari sarà il caldo di questo giugno tuareg, che ottunde e stupisce. Comunque sia, quando un lancio Ansa annuncia in tono giulivo che la percentuale di sedentari è in calo costante, la suggestione è forte. E mentre in ufficio l’aria condizionata soffia gelida come la tramontana su un accampamento notturno, socchiudi gli occhi e vedi ingrossarsi la schiera dei nuovi nomadi. L’orda lascia i supermercati, le concessionarie, gli outlet e si avvia, prima sull’asfalto e poi su antiche piste. E ogni notte i neon si fanno più lontani e le stelle più vive, mentre attorno a un fuoco di sterpi si ravviva la tradizione orale e gli aneddoti sono embrioni di leggenda. E suo cognato, signora, che non s’è più visto? Andato anche lui, ragionie’: ha preso il cammino. Sa, quando il nomadismo chiama…
E niente, poi vedi che è una dichiarazione di Abodi, il ministro dello sport, tutto contento perché siamo sempre meno sedentari nel senso che siamo diventati tutti sportivoni e fitnessari.
Ed è subito Cagliari, ed è subito padel.