Colpevoli evasioni
Caffè Scorretto
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S e si recupera un detenuto, vince lo Stato. Capita però che poi lo si debba recuperare di nuovo, con grande spiegamento di forze. E lo Stato, in questi casi, non è in vena di festeggiare.
Andrea era in carcere dal 2018, condannato a quasi dodici anni per l’omicidio preterintenzionale di sei persone. La sua gang, in una discoteca, usò lo spray al peperoncino per rapinare i clienti, ma sì scatenò una calca terrificante: morirono cinque giovani e una mamma. Andrea, in carcere a Bologna, si è iscritto alla facoltà di Scienze giuridiche. E ora, giunto alla laurea triennale, ha ottenuto un permesso senza scorta per discutere la tesi: da vero detenuto recuperato. Il problema è che, dopo la laurea, è sparito dai radar. Ora è di nuovo da recuperare, però in un altro senso perché va bene concedersi un po’ di evasione, ma evadere del tutto è francamente troppo. Col senno di poi, molti puntano il dito sul Tribunale di sorveglianza perché gli ha permesso di andare a laurearsi, cosa che effettivamente ha fatto prima di farne altre, sconosciute a questi uffici. Ma sbagliano bersaglio: concedere a un detenuto modello il permesso per laurearsi è investire sul suo, e sul nostro, futuro. L’unico ad aver torto, qui, si chiama Andrea e la pagherà. Solo lui, però, non anche tutti gli altri.