U na vecchia poesia popolare lamentava che ora non è più Nuoro “ca mancant sos zigantes”, perché mancano i giganti, i “balentes” che passano per leadership. Chi oggi con impegno e qualità si propone di migliorare le condizioni della sua terra, alla lunga lascia perdere, abbandona stanco di confrontarsi con falsi giganti e con dietrologi occulti e sospettosi, ingessati dal “chissà cosa c’è dietro” e mai aperti al “cosa c’è dentro”, alla bontà della proposta. Un epigramma di Marcello Marchesi, intitolato “Il dramma del tecnico”, dice: “capire un tubo e non capire altro”. Non è facile vincere le congreghe del “tubo” ma anche la spocchia intellettualoide delle cosiddette “teste pensanti” inutilmente pesanti, che per guardare troppo in alto rischiano di non vedere dove mettono i piedi. Alfredo Corrias, Dc, lasciò la carica di presidente della Regione per protestare contro il Governo che elemosinava le risorse all’Isola; per lo stesso motivo Salvatore Cottoni, Psdi, sindaco di Sorso, assessore regionale e parlamentare, accompagnò il no al bilancio dello Stato con parole di fuoco. Gente seria ma la tattica dell’Aventino non è mai stata quella giusta. Più che l’ira funesta di Achille, i sardi tutti devono ritrovarsi nell’astuta volontà di Ulisse. Chi al timone, chi ai remi: giganti tutti per scoprire un’altra Sardegna, Continente senza “quasi”.

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